Ravenna, 10 aprile 2014 - I Presbiteri, i Diaconi e i Religiosi della diocesi sono stati convocati dall’Arcivescovo per un incontro straordinario sugli eventi recenti riguardanti don Giovanni Desio, nella Casa dei Saveriani a s. Pietro in Vincoli. L’incontro, alla presenza di quasi la totalità del clero, si è tenuto in un clima intenso e fortemente partecipe. Si è visto insieme il fenomeno della pedofilia (e dell’efebofilia) nelle sua implicazioni morali, giuridiche e psichiatriche.

I comportamenti richiesti ai parroci e agli educatori o ai catechisti, riferisce una nota che la Curia di Ravenna, vanno nella linea di “definire e mantenere i confini: gli adulti stiano con gli adulti, i ragazzi con i ragazzi; si eviti che un bambino/a o adolescente rimanga solo con un adulto, chiunque esso sia, in locali chiusi, in auto, in casa, in palestra. Anche momenti di dialogo personali e la stessa confessione sacramentale si svolgano per i minorenni in luogo aperto e visibile da parte di tutti. In ogni attività educativa in parrocchia e in campi scuola ci siano sempre almeno due adulti, che agiscono insieme come educatori dei bambini e degli adolescenti".

"Sacerdoti, religiosi e personale educante  - continua la nota - evitino ogni forma di regalo o di offerta di denaro a singoli bambini/e o adolescenti. Si eviti anche ogni tipo di gestualità e curiosità impropria che possa avere un qualche riferimento sessuale. Si faccia in modo che l’utilizzo di internet nei contesti educativi di minorenni avvenga con opportuni filtri. Gli educatori si guardino dal comunicare con minorenni via sms, mms o chat su temi personali, intimi e sentimentali".

Di fronte a quanto accaduto, la Diocesi ravennate ha infine stilato una lista di valori: "Il primo irrinunciabile e' il bene dei bambini e dei giovani; il secondo - se i fatti sono veramente accaduti - e' la cura della sofferenza delle vittime e delle loro famiglie; il terzo e' la ricerca della verita'; il quarto e' il rispetto dei diritti fondamentali di tutte le persone, tanto delle vittime quanto dei presunti abusatori". Il dibattito "che ne e' seguito ha confermato la necessita' di un impegno educativo rinnovato, di una vigilanza nuova e per certi versi da imparare, una nuova formazione spirituale e pedagogica dei preti e anche degli altri educatori in parrocchia".