Ravenna 2019, la bellezza non è tutto

FOTO La grande delusione: tutti in lacrime

Ravenna capitale, l'attesa del verdetto

Ravenna capitale, l'attesa del verdetto

Ravenna, 19 ottobre 2014 - Farà discutere a lungo la sconfitta finale di Ravenna 2019, anche perché la delusione è stata fortissima. L’affollata parata (forse un po’ troppo costruita) di lunedì scorso al Candiano aveva illuso, alimentando un ottimismo ideale ad impennare le aspettative di vittoria. Per questo ora il ko scotta. Lo staff di Ravenna 2019 in questi anni si è mosso parecchio, coinvolgendo molti giovani, un’eredità questa da non disperdere, ma forse a Roma hanno pesato i dubbi sul nostro progetto, la sua realizzabilità con quelle cifre enormi e tutte sulla carta, come i 450 milioni di investimenti infrastrutturali. Inoltre mentre Matera si è compattata attorno al suo sogno, sapendo che per lei si trattava della scommessa della vita, Ravenna certamente non ha fatto lo stesso, almeno non fin dall’inizio.  Si è sempre saputo che la candidatura di Matera era ottima, come riconosciuto da tempo dallo stesso Cassani, con un progetto solidissimo per il quale la città lucana aveva speso molto affidandosi a uomini forti come il torinese Paolo Verri, direttore di candidatura, già a capo della fiera del libro del capoluogo piemontese, e come direttore artistico all’architetto italo francese Joseph Grima, selezionato con un bando fra 86 candidati. Inoltre era già stata costituita la Fondazione, con uno stanziamento di 25 milioni (20 dalla Regione e 5 dal Comune) per gestire gli eventi in caso di vittoria, mica un biglietto da visita da poco questo per la commissione.

Quindi chi si sorprende della scelta di Matera è fuori strada, anche perché tra l’altro pare chiaro come la commissione abbia privilegiato una scelta alternativa rispetto ai canoni della bellezza fine a se stessa. Infatti venerdì un membro della delegazione di Siena riferiva che i giurati insistevano su un punto: «Ma davvero Siena con tutto il patrimonio culturale che si ritrova, ha bisogno di questo titolo?». Una frase-indizio sull’orientamento della giuria: non si premiava la più bella (sennò l’anno scorso nella preselezione non sarebbe mai stata esclusa Venezia, una meraviglia senza rivali) bensì si sceglieva una città dalle potenzialità inesplorate e col progetto più solido, anche finanziariamente. E Matera l’ha spuntata.