Sesso e web, ragazza mette su Internet i numeri delle rivali

Ripicca per gelosia contro le amiche del fidanzato. Una 27enne finisce nei guai

Un ragazzo mentre consulta Internet (foto Fornasari)

Un ragazzo mentre consulta Internet (foto Fornasari)

Ravenna, 31 maggio 2016 - «È vero che fai quei giochetti a tre?». Continue telefonate anonime. E poi i messaggi, anche di notte: di uomini che le chiedevano la disponibilità alle esplicite offerte sessuali esposte su internet con tanto di dettagli sulle prestazioni. Peccato che lei non le avesse mai pubblicate. E allora chi?

A fare luce su quella che si sarebbe poi rivelata essere una storia di gelosia ai tempi di Facebook, era stata la polizia Postale. Un’indagine che al processo per diffamazione aggravata e violazione della privacy partito ieri mattina davanti al giudice Andrea Galanti, ha restituito il nome di una 27enne all’epoca dei fatti domiciliata a Faenza assieme a quello che era il suo fidanzato.

L’imputata è difesa dall’avvocato Antonio Diogene. Mentre la ragazza bersagliata dalle chiamate di sconosciuti – una 26enne di Russi – si è costituita parte civile con l’avvocato Nicola Festa. Ha invece rinunciato a partecipare al processo la seconda giovane – una ragazza di Cesenatico – trovatasi suo malgrado pubblicizzata sul web per incontri sessuali a tre. L’unica colpa delle due – secondo l’accusa – era quella di essere amiche del fidanzato della 27enne. E quando questa aveva trovato loro messaggi sul telefonino di lui, ecco che – prosegue la procura – nell’ottobre 2012 avrebbe escogitato la rappresaglia informatica. Con messaggi di questo tenore: «Per chiunque fosse interessato a delle (...) bisessuali, ho qui i loro numeri (...) fanno giochetti in tre o più». Gli utenti venivano inoltre invitati a diffondere l’informazione: «Se anche non siete interessati, per favore come favore personale copiate e incollate... fatelo girare!!! Condividetelo e giratelo... non è uno scherzo...».

In diversi ci avevano creduto tanto che – come ha raccontato la 26enne davanti al giudice – erano stati molti quelli che si erano fatti avanti per chiederle dettagli sulle prestazioni. Poi uno di loro le aveva spiegato di avere trovato quell’offerta su Facebook. Lei era andata a controllare sul profilo della 27enne: ed eccolo il post incriminato. Medesimo messaggio era stato postato anche sul profilo del fidanzato della 27enne. La giovane si era subito rivolta alla Postale che aveva fatto tutti gli accertamenti del caso. Intanto però quel messaggio su internet ci era rimasto almeno 2-3 settimane: abbastanza per scatenare la fantasia di anonimi delle Rete su quei possibili incontri sessuali a tre.