Sospetto terrorista dell'Isis preso dalla Digos, su Facebook: "Voglio fare la jihad per Allah"

Nousair Louati, tunisino di 27 anni, doveva partire oggi per la Germania e da lì si sarebbe diretto in Siria. Gli era già stato negato il passaporto dal consolato a Genova

Nousair Louati, il presunto terrorista fermato dalla Digos

Nousair Louati, il presunto terrorista fermato dalla Digos

Ravenna, 22 aprile 2015 - Doveva partire oggi per la Germania e da lì si sarebbe diretto in Siria. È stato però fermato prima, Nousair Louati, tunisino di 27 anni, senza fissa dimora a Ravenna, vari precedenti per spaccio. Le Digos di Ravenna e Bologna l'hanno arrestato perché stava per arruolarsi tra le fila dell'Isis in Siria.

L'attività d'indagine è stata portata avanti monitorando il profilo Facebook dell'aspirante terrorista e attraverso intercettazioni telefoniche. Il ventisettenne intratteneva, in particolare, rapporti con un palestinese di stanza a Yarmouk, vicino Damasco. Su Facebook gli diceva: "sto arrivando se Dio vuole, voglio fare la jihad per Allah".

Secondo le verifiche della polizia coordinata dalla Dda di Bologna, il presunto 'Foreign fighter', dopo vari contatti soprattutto via Facebook, con combattenti jihadisti, tra il 19 e il 20 marzo scorso aveva chiamato un numero turco per ricevere informazioni utili a raggiungere la Siria e il progetto sarebbe fallito per il diniego del passaporto dal consolato a Genova. Il 21 di quello stesso mese aveva comperato un biglietto di sola andata dall'aeroporto di Orio al Serio-Bergamo per raggiungere Istanbul-Sabiha Gokcen. Sarebbe dovuto partire cinque giorni dopo, ma a Genova al consolato tunisino gli avevano negato il rilascio del passaporto. In quell'occasione era stato addirittura indagato per minacce e danneggiamenti perché, adirato per quel diniego, aveva rotto una tenda e aveva minacciato gli impiegati presenti.

Sconsolato, era tornato in Romagna dove era stato ospitato da un connazionale a Forlì che gli aveva pure dato indicazioni per dormine in un casolare abbandonato. Il giorno in cui sarebbe dovuto partire in aereo, aveva chiamato la moglie esprimendole in lacrime tutto il suo disagio: senza posti dove ripararsi e senza la possibilità di espatriare. Ma aveva mentito alla donna dicendole che aveva bisogno del passaporto semplicemente per andare in Germania o per trovare lavoro a Milano. E che se fosse tornato in Tunisia, avrebbe dovuto scontare 15 anni di galera. Il giovane non si era tuttavia dato per vinto e aveva iniziato a riorganizzare il suo passaggio in Siria attraverso la Germania, proposito che secondo gli inquirenti ha cercato di mettere in atto fino al fermo.