Spiagge, bagnini in stato di agitazione permanente a Ravenna

Anche una raccolta firme e una manifestazione per dire no alle aste per le concessioni nel 2017

Protesta dei bagnini contro le aste per le concezioni nel 2017

Protesta dei bagnini contro le aste per le concezioni nel 2017

Ravenna, 27 ottobre 2014 - E’ un coro unanime quello che si alza dai bagnini della costa adriatica romagnola. No alle aste di concessione nel 2017. E a Ravenna i sindacati di settore dichiarano lo “stato di agitazione permanente”, chiedendo alla politica di “battere un colpo”. Magari a partire dall’incontro di domani a Roma al ministero con il sottosegretario al Turismo, Francesca Baracciu.

In Italia, lamenta la Cna balneatori di Ravenna in una nota, e’ rimasta sulla carta la sbandierata volonta’ di confronto e le bozze di legge quadro sulla costa girate in questi ultimi giorni “vanno nella direzione opposta a quello che i balneari chiedono e a quello che Parlamento e Conferenza Stato-Regioni hanno spesso sostenuto”. I bagnini sono inferociti soprattutto dalla possibilita’ di aste gia’ nel 2017, “non riconoscendo nemmeno la proroga gia’ ottenuta al 2020”, e dal rischio di “non ottenere un serio indennizzo rispetto agli investimenti fatti”. La Cna vara cosi’, oltre allo stato di agitazione, una raccolta di “migliaia di firme di imprese in una petizione nazionale gia’ predisposta” da consegnare al presidente Matteo Renzi, e si prepara a una “grande manifestazione a Roma, prevista per dicembre, se non verra’ aperto il promesso tavolo di lavoro”.

Quattro le richieste avanzate: “Ampio periodo transitorio, ben oltre il 2020, per adeguare le norme italiane ed europee alle specificita’ del mondo balneare italiano; ridefinizione della linea di costa, valutando l’alienazione (con diritto di prelazione) di quella parte che ha perso i contorni di demanialita’; riconoscimento del valore commerciale dell’impresa; adeguamento dei maxi canoni pertinenziali a normali valori di mercato e definizione di nuovi criteri di riferimento per tutti gli altri canoni”. Un appello, infine, Cna lo rivolge ai sindaci della costa e ai candidati presidenti per la Regione per “prendere subito posizione e di spingere il governo a rispettare gli impegni che si era assunto”. Non si possono lasciare allo sbando 30.000 imprese.

(Dire)