Strage di cavie al parco Bucci, l’appello: «Chi ha visto parli»

Faenza, i carabinieri cercano testimoni. Il sindaco: «Atto intollerabile». L'Enpa nazionale attiva l'ufficio legale

CONTROLLI I carabinieri davanti alla gabbia degli animali. A lato il sindaco Giovanni Malpezzi (Veca)

carabinieri parco bucci

Faenza (Ravenna), 30 giugno 2015 - "Chi sa parli". È l’invito dei carabinieri a chi può dare informazioni utili per risalire agli autori della strage di cavie al parco Bucci. L’episodio di violenza gratuita su animali di lunedì pomeriggio al parco Bucci ha provocato rabbia in città. Alcuni minorenni, indicati da testimoni come appartenenti a famiglie rom, dopo aver divelto la porta di una delle gabbie delle cavie peruviane hanno preso a bastonate e colpito con le pietre fino ad ucciderli sette esemplari dei piccoli animali, ferendone molti altri come due cavie che sono morte ieri. Il tutto, sembra, ‘per gioco’.

Dopo la denuncia dell’episodio da parte della presidente del Comitato dei volontari del Parco, Maria Teresa Rivola, i carabinieri hanno attivato uno stretto controllo dell’area. Ieri, già dalla mattina, sono stati molti i passaggi nell’area fatti da pattuglie del Radiomobile. Al contempo sono partite le indagini. I carabinieri stanno ascoltando diverse persone che verso le 14 avevano avvisato i volontari dell’episodio.

I testimoni non dovrebbero mancare, anche se fino a ieri sera nessuno si era presentato spontaneamente a raccontare quello che aveva visto lunedì. Intanto ieri pomeriggio sempre i carabinieri del Radiomobile hanno identificato alcune famiglie di nomadi al parco del Tondo e stanno lavorando per capire se si tratta delle stesse persone che lunedì erano al Bucci. A tal proposito i militari dell’Arma lanciano un appello a quanti hanno assistito all’episodio o hanno quantomeno visto il fuggi fuggi di camper allontanarsi da via Oberdan verso le 14,30, descritto da alcuni presenti. Queste persone possono chiamare il 112 o recarsi in caserma. Intanto giova ricordare quello che rischiano gli autori. L’articolo del codice penale che regolamenta il reato è il 544 bis che recita: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi».

Il caso si inserisce all’interno di un quadro già teso sul tema dei nomadi. Sui social network infuria la polemica, a tratti molto sopra le righe, con numerosi commenti anche sulla pagina Facebook del sindaco Giovanni Malpezzi che ieri ha pubblicato una dura nota sull’episodio: «In relazione ai recenti atti vandalici e all’uccisione di animali nel Parco Bucci, compiuti da alcuni ragazzi di origine rom (stando alle testimonianze) è intollerabile il comportamento dei responsabili che, oltre ad aver causato la morte e il ferimento di animali indifesi, generano un danno e lo svilimento dell’impegno dei volontari». Il Comune, ha infine annunciato il sindaco, «si costituirà Parte Civile». «Sono stupita e indignata: la civile città di Faenza non può in alcun modo tollerare simili episodi criminosi», dichiara la presidente nazionale di Enpa (ente nazionale protezione animali), Carla Rocchi, che plaude alla decisione del Comune e annuncia di aver attivato il suo ufficio legale.