Ravenna, 28 luglio 2014 - Lilia Pellizzari è la dirigente scolastica dell’Itis ‘Nullo Baldini’.
Nel suo istituto è mai successo niente del genere?
"No. Ma siamo consapevoli dei rischi legati a quell’età: nel biennio, quindi con ragazzi di 14-15 anni, organizziamo attività in collaborazione con il tribunale di Ravenna e la Polizia postale per approfondire, ad esempio, i rischi legati a Internet e ai social network. Sono attività di grande importanza sul piano sociale. Poi, naturalmente, chi sbaglia c’è sempre".
La stupiscono questi episodi?
"Sono piuttosto ‘vecchia’ nella mia esperienza a scuola, e di generazioni ne ho viste passare tante: questa, a mio parere, è una di quelle che hanno più problemi. Alla base c’è la disgregazione della famiglia, il vivere poco in casa e molto fuori: si abita un po’ con il padre, un po’ con la madre, un po’ con i nonni".
La scuola si trova costretta a supplire a carenze delle famiglie?
"A volte sì, almeno per quanto ho constatato nel mio istituto: a volte si crea un attaccamento agli insegnanti, che diventano figure alle quali chiedere consiglio".
In questo contesto, che ruolo giocano i nuovi mezzi di comunicazione?
"Faccio un esempio: normalmente i ragazzi, in attesa di entrare a scuola, parlavano fra di loro. Ora hanno tutti il telefono in mano, sono isolati: ci si illude di non essere soli, ma parlarsi attraverso strumenti elettronici non è la stessa cosa".
Il modo in cui i ragazzi vivono la sessualità vi preoccupa?
"Per quanto ci riguarda, abbiamo avviato un progetto assieme alla Ausl: un andrologo — dato che la nostra è una scuola prevalentemente maschile — parla con i ragazzi, cerca di affrontare certi problemi".