"Gelo in classe". E i ragazzi vanno a casa

Termosifoni ancora spenti in tutte le scuole: all’istituto Callegari scatta la protesta

Termosifoni ancora spenti, la protesta degli studenti del Callegari

Termosifoni ancora spenti, la protesta degli studenti del Callegari

Ravenna, 29 ottobre 2014 - Le temperature scendono e, nelle aule scolastiche, studenti e insegnanti congelano: in questi giorni, nonostante l’autunno mite abbia lasciato il posto a un clima più consono alla stagione, i termosifoni delle scuole secondarie di secondo grado della provincia sono rimasti gelidi. Tutta colpa di un articolo del contratto tra la Provincia e la ditta che gestisce gli impianti di riscaldamento: per accenderli, serve un preavviso di una settimana. Ma oggi, promettono da piazza dei Caduti, le caldaie dovrebbero iniziare a funzionare.

In questo inizio di settimana si sono lamentati in tanti. C’è anche chi ha inscenato una protesta goliardica, come gli studenti dell’istituto Callegari, che si sono fotografati imbacuccati fino agli occhi e hanno inviato le immagini al nostro giornale. «Qualcuno ha misurato la temperatura: in classe ieri mattina c’erano 13-15 gradi — sostiene Marco Santucci, studente della quarta AE all’isituto professionale per l’industria e l’artigianato —. Il preside ci ha detto che, per il momento, l’unica soluzione è portarci le coperte da casa. Ma ieri abbiamo deciso di protestare: quando ci siamo accorti che i termosifoni erano ancora spenti, siamo usciti da scuola in massa. E anche oggi, se la situazione non cambierà, rifiuteremo di entrare e resteremo fuori dalla scuola a protestare».

Si trema anche al liceo Alighieri. «Lunedì mi trovavo a scuola per i colloqui con gli insegnanti — racconta Giacomo Zanotti, padre di uno studente del liceo — e mi sono reso conto che faceva un freddo terribile. Fuori, al sole, c’erano appena 12-13 gradi, all’interno sicuramente meno. Gli studenti che passavano nei corridoi erano tutti avvolti in piumini e sciarpe, e tremavano infreddoliti». «La situazione riguarda tutte le scuole — fa sapere la dirigente scolastica Patrizia Ravagli — e ovviamente anche i colleghi degli altri istituti denunciano lo stesso problema. Ho scritto alla Provincia, e mi è stato risposto che, per contratto, non sarà possibile avviare gli impianti prima di lunedì 3 novembre».

Ma perché è necessario aspettare così tanto? Per un problema burocratico: il contratto tra la Provincia (competente sugli edifici scolastici degli istituti superiori) e la ditta che gestisce gli impianti termici prevede un preavviso di almeno sette giorni. «Questa è la regola — conferma l’assessore ai lavori pubblici Secondo Valgimigli — ma con il calo delle temperature rischiavamo un’infrazione. Quindi quell’ostacolo è stato superato tramite un accordo con l’impresa, e domani (oggi, ndr) al 90 per cento dovrebbero accendersi tutti gli impianti di riscaldamento. Lo stesso dovrebbe avvenire nelle scuole di competenza dei Comuni di Ravenna, Faenza, Lugo». Ovvero, gli istituti che comprendono le scuole d’infanzia, elementari e medie.