Firenze ci riprova: "Ci restituite le spoglie di Dante?"

Battuta scherzosa (o forse no) del sindaco fiorentino. Matteucci: "Dormiamo con gli occhi aperti per sorvegliare la tomba del poeta"

Un figurante davanti al sepolcro del poeta

Un figurante davanti al sepolcro del poeta

Ravenna, 4 maggio 2015 - Firenze ci prova, per l’ennesima volta. Lo dice scherzando, ma si sa che le più grandi verità si dicono sempre ridendo: «Con il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci celebriamo in Senato il 750/o anniversario della nascita di Dante, alla presenza del Presidente della Repubblica. Gli ho chiesto se ci restituisce le spoglie del Sommo Poeta.... ma non ne vuol sapere! Intanto però organizzeremo molte iniziative culturali a Firenze per ricordare Dante e la sua grande opera». Lo ha scritto su Facebook, il sindaco di Firenze Dario Nardella.

 

"Godi, Fiorenza, poi che se' sí grande, che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande! Tra...

Posted by Dario Nardella on Lunedì 4 maggio 2015

 

Il sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci a stretto giro rispondeba tutto in maiuscolo sulla sua bacheca a scacciare equivoci: «SI SCHERZA».

 

 

Già giovedì scorso, in occasione della presentazione degli eventi dedicati a Dante, davanti al ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, il sindaco di Ravenna aveva detto chiaro e tondo che le spoglie di Dante restano lì dove sono da sempre: «Sorvolo sulla richiesta di revoca dell’esilio – aveva detto con un sorriso – perché a Ravenna dormiamo con gli occhi aperti per sorvegliare la tomba di Dante».

Una reazione sollecitata pochi minuti prima dal vicesindaco di Firenze, Cristina Giachi, anche lei a Roma davanti a Franceschini per raccontare gli eventi messi in campo da Firenze per il 750esimo. «Per noi la memoria di Dante è viva- aveva dichiarato – tanto che ci sono state richieste in Aula per la revoca del provvedimento di esilio».

L’ultima in termini di tempo e’ arrivata dal gruppo dei Cinque stelle di Palazzo Vecchio che a fine aprile hanno chiesto un documento ufficiale che «avrebbe un forte valore simbolico per la fine di una ingiustizia durata 700 anni». Ma non sono solo i grillini a volere giustizia per Dante. È stata la stessa Giachi a spiegare che la richiesta di ritiro dell’esilio è stata presentata anche durante l’amministrazione Domenici «con un atto della commissione Cultura firmato sia dal Pd che da Forza Italia». Era il 2008 e a presiedere la commissione Cultura era un giovane, futuro sindaco di Firenze: Dario Nardella. Ma quali conseguenze avrebbe il ritiro dell’esilio? «L’atto formale della revoca giuridicamente non è configurabile», ha risposto Giachi, ammettendo però che «stiamo studiando la questione, anche se non e’ tra le priorita’ dell’amministrazione». Certo anche per la vicesindaco riaprire a Dante le porte della città «sarebbe bello per la storia».

Meno, forse, per Ravenna, considerando il pellegrinaggio perenne di turisti davanti alla tomba di Dante.