Valentina Melchionda, 39 anni, muore durante il corso di Zumba

Stroncata da un malore alla Gymnasium di via Marani: «E’ sbiancata, poi ha perso conoscenza». Inutili i tentativi di rianimarla FOTO

Corso di Zumba generico (Foto Olycom)

Corso di Zumba generico (Foto Olycom)

Ravenna, 4 marzo 2015 - Una normale serata in palestra a ballare al corso di Zumba finisce in tragedia. Una donna di 39anni, Valentina Melchionda, è morta ieri sera nella palestra Gymnasium di via Marani. Pochi istanti prima della fine della lezione la donna si è accasciata a terra e ha perso conoscenza. A nulla è valsa la corsa dell’ambulanza verso l’ospedale, dove la donna ha perso la vita un’ora dopo.

Non erano ancora le otto di sera dentro il centro sportivo. E per le persone che frequentano il corso di Zumba, un tipo di allenamento che combina la musica latino-americana con lo sforzo fisico, mancavano gli ultimi cinque minuti prima della fine della lezione serale. È a questo punto, però, che Valentina inizia a sentirsi male e in pochi secondi cade a terra senza conoscenza. Nella sala scoppia il panico. La palestra avverte immediatamente il 118, che arriva sul posto con un ambulanza e l’auto medicalizzata (FOTO), mentre i presenti, nell’attesa, corrono nelle sale vicine a chiedere se fosse presente un medico, per prestare un primo soccorso alla donna a terra.

Al loro arrivo, i medici iniziano subito con la rianimazione cardio polmonare. Ma la 39enne non reagisce all’intervento del personale del pronto soccorso che, dopo pochi minuti, la carica in ambulanza e la porta al Santa Maria delle Croci. Durante la corsa verso il nosocomio i medici hanno continuato a provare a rianimarla e così anche una volta giunti in ospedale, dove però la donna è deceduta. Al momento non sono ancora note le cause che avrebbero portato al decesso di Valentina Melchionda. Forse un malore.

Coloro che da sempre frequentano il Gymnasium la conoscono bene. «Veniva in palestra tutti i giorni – racconta una ragazza appena uscita dal corso che si teneva nella sala di fronte a quella della tragedia – e si allenava per almeno due ore. Una donna estremamente energica, che frequentava da tempo la palestra di via Marani». Un elemento, quest’ultimo, che porta a chiedersi come sia possibile che una donna apparentemente in perfetta salute, almeno stando ai racconti di coloro che ogni giorno la vedevano allenarsi, perda la vita dopo un’intensa attività fisica.