Martedì 16 Aprile 2024

Il vescovo: “Sull’ora di religione, le scuole ci boicottano”

Lettera-denuncia di monsignor Ghizzoni: “Ha la stessa dignità delle altre discipline”

Una suora insegna religione a scuola

Una suora insegna religione a scuola

Ravenna, 28 gennaio 2015 - In tempi di iscrizioni scolastiche, a sorpresa, il vescovo Lorenzo Ghizzoni invia una lettera aperta a studenti, genitori e docenti sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. È un invito alla riflessione, ma anche una critica severa, un’accusa quasi, nei confronti di quelli che definisce «comportamenti sfavorevoli, e forse non legittimi» verso l’insegnamento della religione. Comportamenti che si verificherebbero proprio in alcune scuole della provincia. «Diverse lamentele – sottolinea – mi sono arrivate direttamente da ragazzi delle nostre parrocchie e da genitori». Il nocciolo della questione riguarda il ruolo dell’ora di religione nell’istituzione scolastica, e cioè il fatto che, sottolinea il vescovo, la materia dovrebbe essere considerato alla stregua di tutte le altre in programma. Cosa che invece, si lamenta il presule, non sempre si verificherebbe.

Monsignor Ghizzoni conferma che la chiesa ci tiene a mantenere la presenza di questo insegnamento nella scuola perché, osserva, «crediamo abbia una potenzialità formativa e di arricchimento culturale dei più giovani. Costituisce poi una chiave di lettura fondamentale del nostro passato e della realtà in cui viviamo». Lo Stato italiano, aggiunge Ghizzoni, «riconosce che attraverso questa disciplina scolastica vengono fatti conoscere quei valori di umanesimo che la fede cristiana ha portato nella storia italiana ed europea, segnando il nostro spirito e la nostra civiltà». La lettera prosegue con una riflessione sull’attuale momento storico, ricco di «tensioni e conflitti, terrorismo e guerre attribuiti alle religioni», e che, proprio per questo, «ci chiede di far conoscere bene gli elementi del cristianesimo». Soprattutto, aggiunge il vescovo, «per dare ai nostri giovani la possibilità di proporre ai coetanei di altre religioni il ‘dialogo interreligioso’ con competenza e conoscenze documentate, come prevedono i programmi ministeriali che i nostri insegnanti di religione seguono». Per questi motivi monsignor Ghizzoni ritiene più che giusto ribadire che l’insegnamento della religione «ha la stessa dignità delle altre discipline e dovrebbe essere trattato come quelle».

Conclude quindi ringraziando gli insegnanti di religione che, «insieme a tutti gli altri insegnanti portano il peso di un momento difficile della scuola - specchio delle famiglie e della società - che ha bisogno di cambiamenti profondi per divenire un luogo dove i giovani possano essere formati a livello intellettuale ed etico per essere protagonisti di un vero rinnovamento della società».