Violenta la figlioletta dei vicini di casa, arrestato

Accusato degli abusi sessuali su una bimba di 9 anni: dovrà rispondere di violenza sessuale continuata per mesi

Abusi su minori

Abusi su minori

Ravenna, 26 luglio 2016 - Per pudore non aveva subito raccontato tutto. Ma ai genitori che le chiedevano come mai avesse cambiato comportamento negli ultimi tempi, aveva risposto così: «Quell’uomo mi fa delle cose brutte». Una precisa lista di contatti sessuali quella poi descritta da una bimba di 9 anni. Racconti ritenuti attendibili che hanno portato in carcere un vicino di casa ultracinquantenne finora incensurato.

La polizia lo è andato a prendere nel tardo pomeriggio di venerdì nella sua abitazione alle porte della città peraltro perquisendogli casa e sequestrandogli diverso materiale ora da analizzare: solo a quel punto l’uomo, sotto agli occhi della moglie, ha saputo dell’indagine a suo carico per violenza sessuale aggravata e continuata. Comportamenti quelli che gli attribuiscono gli inquirenti che vanno addirittura al di là delle confidenze raccolte dai genitori della piccola: perché l’ultima consulenza medico-legale, quella che ha spinto la procura a chiedere il carcere sulla base della contestata gravità indiziaria, ha rivelato compatibilità con una lunga scia di abusi sessuali andati avanti per mesi a partire da inizio dell’inverno scorso.

Dietro alla vicenda non c’è nessun contesto degradato: i protagonisti sono tutti cittadini ravennati, con una vita normale e sconosciuti agli archivi delle forze dell’ordine. Almeno fino al maggio scorso quando i genitori della piccola avevano deciso di fare denuncia e il caso era finito sui tavoli dell’apposita sezione della squadra Mobile. Fino a quel momento l’uomo, in ragione di rapporti di buon vicinato, aveva avuto facile accesso alla bimba. Si presentava durante il compleanno di lei, portava un regaletto per la piccola e anche qualcosa per gli altri famigliari. Se c’era bisogno, era disponibile a occuparsi della bambina mentre i genitori erano fuori. Dall’esterno poteva sembrare una qualsiasi interazione positiva tra dirimpettai.

Nessuna incrinatura fino a quando la bambina aveva deciso di punto in bianco di non mettere più piede nella casa di quel signore nonostante lui si dimostrasse sempre così educato e generoso. Un comportamento che aveva spinto la madre per prima a preoccuparsi: la donna aveva chiamato in disparte la bimba. E il quadro che era uscito dalle parole delle piccola, non aveva lasciato troppo spazio all’immaginazione. Sembra addirittura che quei drammatici dialoghi domestici fossero stati impressi in registrazioni ora agli atti.

Le due consulenze disposte poi dal pm Angela Scorza, titolare del fascicolo, alle dottoresse Valentina Muschi e Maria Stella D’Andra, non solo avevano restituito un profilo di netta credibilità della piccola, ma avevano rafforzato la compatibilità dei racconti della bimba con il suo stato fisico, rincarando anzi la gravità dei presunti abusi subiti. Abbastanza per il gip Janos Barlotti per delineare il «pericolo di reiterazione del reato» con un’unica misura possibile per contenere l’uomo: il carcere.

E questa mattina il sospettato comparirà proprio davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Non sappiamo se deciderà di avvalersi della facoltà di non rispondere, o se al contrario proverà a fornire una sua versione dell’accaduto respingendo ogni addebito. Di sicuro c’è che in caso di eventuale condanna, rischia fino a quattordici anni di carcere.