Cultura e divertimento. Così la città ha coinvolto i tre commissari europei

Ravenna 2019. Suggestivo bagno di folla finale nella Darsena (FOTO)

Capitale europea della cultura 2019: i commissari in visita a Ravenna (Corelli)

13-10-2014 Visita Commissione ravenna 2019.

Ravenna, 14 ottobre 2014 - BAMBINI, canzoni, danze, giochi, trasferimenti da un capo all’altro del territorio comunale, e un bagno di folla finale in Darsena: ha ritmi vertiginosi la lunga giornata ravennate di tre dei 13 giurati che venerdì sceglieranno la Capitale europea della cultura 2019.

In rappresentanza della commissione giudicante (sei membri italiani, sette stranieri) ci sono Paolo Della Sega, docente di Ideazione eventi all’università Cattolica di Milano, la direttrice dell’Arvopart Center estone Avu Kivilo e il coordinatore scientifico del Culture and tourism Lab di Barcellona, Jordi Pardo Rodriguez. Gentili ma seri, di poche parole, fanno sapere fin dall’inizio di non poter rispondere alle domande dei giornalisti. Con loro, nel ruolo di garanti, una rappresentante del Ministero dei beni culturali e uno della Commissione europea.

Si parte, con un quarto d’ora di ritardo, dal quartier generale di Ravenna 2019 a Casa Melandri. In un incontro riservato, lo staff mostra ai tre giurati le foto dei monumenti Unesco: «Potrete visitarli in un’altra occasione, quando tornerete a Ravenna, ma noi oggi vogliamo mostrarvi altro». Ovvero piazza del Popolo, piazza San Francesco, il ‘nuovo’ palazzo Rasponi, i quartieri e le frazioni popolari come la Darsena, Lido Adriano, Piangipane. Scelte che il sindaco Matteucci rivendica: «Sappiamo che il nostro dossier è apprezzato, ora si tratta di far ‘sentire’ ai giurati com’è la nostra città».

PRONTI-VIA, si va a piedi verso piazza del Popolo. Il coordinatore di candidatura Alberto Cassani, ‘armato’ di interprete, racconta i temi chiave della candidatura e accenna alla storia e al futuro del Mercato coperto, oggi chiuso in attesa di ristrutturazione. In piazza, ecco il primo evento, un ‘flash mob’ di 250 alunni delle scuole ravennati, parte del progetto Corpogiochi dell’associazione Cantieri: danzano con le loro magliette colorate in un grande mosaico che richiama il titolo del dossier di candidatura (‘Mosaico di culture’). Poi alcuni ragazzi, in italiano, inglese e francese, spiegano faccia a faccia ai giurati cosa significa questa corsa al 2019: «Siamo tessere che hanno bisogno l’una dell’altra per esistere».

C’È TEMPO per un fuori programma, una visita alla tomba di Dante. Poi, il primo trasferimento in pullman, verso Piangipane: al teatro Socjale, l’appuntamento gastronomico è riservato ai giurati, al comitato di candidatura e agli amministratori romagnoli (oltre ai primi cittadini della provincia ci sono anche i sindaci di Forlì, Cesena e Rimini, oltre all’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti e al prefetto Fulvio Della Rocca). Menù: romagnolissimo, a cominciare dai cappelletti (che, pare, uno dei giurati scherzosamente definisce «patrimonio Unesco»). Di nuovo in pullman, verso il centro culturale Cisim di Lido Adriano: davanti agli occhi divertiti dei tre componenti della commissione, un gruppo ‘multicolore’ di bambini si esibisce in una danza hip hop. Si torna verso la città: la giornata è ancora lunga. Al mausoleo di Teodorico (l’unico monumento Unesco toccato dal tour), si assiste alla performance sonora Buco bianco di Luigi De Angelis e Sergio Policicchio: si tratta della registrazione dei suoni della città in tutte le sue anime, dai territori di caccia nelle valli al porto e alla zona industriale.

DI NUOVO in centro: nel rinnovato palazzo Rasponi Dalle Teste, un altro incontro strettamente riservato con varie realtà culturali della città. Ma subito dopo inizia la festa, con alcune centinaia di ragazzi della Non-scuola, progetto del Teatro delle Albe: invadono le strade, suonano, recitano a squarciagola i versi di Majakovskij e Raffaello Baldini, cantano una personalissima versione di Alabama song. Si arriva in piazza San Francesco per ‘Ravennopoli’ (i giurati accettano di partecipare al gioco ideato da ARsRA), ma è già tempo di avviarsi verso la Darsena, dopo una breve sosta al teatro Alighieri per un ascolto dell’aria Deserto rosso.

I GIURATI percorrono sull’acqua l’ultima tappa del loro viaggio a Ravenna. Il Ponte mobile, stavolta, si apre: figuraccia evitata. Il mezzo della Guardia costiera con a bordo la delegazione arriva alla testata del Candiano, e qui inizia la ‘Ravenna 2019 parade’: ad aspettare l’imbarcazione sono in migliaia. Della Sega, Kivilo e Rodriguez vengono portati in mezzo alla folla, fino all’ex Tiro a segno. Brindisi finale, inizia a piovere, si improvvisa un servizio di bus navetta per il pubblico. I giurati salutano Ravenna senza lasciarsi sfuggire neanche una parola. Ora fiato sospeso fino a venerdì.

Francesco Monti