Mercoledì 24 Aprile 2024

“L’aereo del futuro? Sarà spinto dalle correnti”

Il progetto Acheon, coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia

Reggio Emilia, la presentazione del progetto Acheon

Reggio Emilia, la presentazione del progetto Acheon

Reggio Emilia, 28 novembre 2014 - Spostare un aereo con un sistema di propulsione che, basato sulle correnti (e quindi senza alcuna parte meccanica in movimento), sia in grado di orientare il flusso e la spinta è tecnicamente possibile. Lo dimostrano i modelli matematici messi a punto in questi due anni nell’ambito del progetto Acheon (Aerial Coanda High Efficiency Orienting-jet Nozzle), finanziato nel 2012 dalla Commissione europea e con 600mila euro e coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Oggi, alla presentazione dei risultati del progetto a Reggio, il primo obiettivo è centrato: la conferma della “fattibilità scientifica del progetto stesso”. I dati, riportati anche in ben 30 pubblicazioni scientifiche scaturite in questi due anni sono illustrati dai docenti dell’Unimore Antonio Dumas del dipartimento di scienze e metodi dell’ingegneria, e Michele Trancossi, docente di termofluidodinamica a contratto con l’ateneo.

Per le applicazioni pratiche si dovrà ancora attendere, ma le simulazioni teoriche effettuate - assumendo l’eventuale sperimentazione su un aereo Cessna 402 - hanno dato risultati confortanti. Per questo il progetto Acheon, una volta implementato ulteriolmente, si candiderà al bando di finanziamento europeo del prossimo aprile dedicato ai trasporti.

L‘intero progetto, guidato dall‘università di Modena e Reggio Emilia, è partito nel 2011, come “soluzione” al progetto europeo denominato Maat, che cercava di superare la scarsa efficienza della propulsione ad elica degli aerei. L’iniziativa ha visto impegnate sei imprese di eccellenza di quattro diversi Paesi europei: Nimbus srl, (Italia), Reggio Emilia Innovazione (Italia), Universidade da Beira Interior (Portogallo), Vrije Universiteit Brussel (Belgio) e University of Lincoln (Regno Unito).

I modelli messi a punto fino ad ora riguardano tutti aerei che si muovono a velocità subsonica. Un plauso arriva da Gaetano Bergami, presidente del cluster Ir4i (Innovation & research for industry), ovvero il distretto aerospaziale dell’Emilia Romagna, che raggruppa 42 aziende di eccellenza nel settore da Piacenza a Rimini.

“Reggio con le sue Officine reggiane ha dato un contributo importante alla storia dell’aeronautica”, commenta Bergami che era presente all’incontro, sottolineando che “questo è uno dei settori che nei prossimi 20 anni crescerà di più”. Ed anche un’opportunità per la regione di uscire dalla crisi, “spingendo assolutamente su settori ad alto valore aggiunto”.

Secondo il presidente inoltre, “noi scontiamo il fatto di non avere sul territorio dei produttori di veivoli. E abbiamo delle aziende fortissime, ma pochi progetti su cui farle lavorare”. Ecco perché, conclude Bergami, “i progetti come quelli messi in campo dall’ateneo di Modena e Reggio sono preziosi, senza contare che consentono di intrecciare rapporti con le università e le aziende di altri Paesi, che è l’unico modo in cui si puo’ competere oggi”.

Fonte Dire