Aiuti alimentari buttati tra i rifiuti, le associazioni: "Vergogna"

La Caritas: "Problema di educazione alla gratuità" FOTO I barattoli di cibo vicino al cassonetto

Gli aiuti alimentari buttati tra i rifiuti

Gli aiuti alimentari buttati tra i rifiuti

Reggio Emilia, 17 settembre 2014 - Scuotono la testa, le associazioni che si occupano di distribuire cibo ai poveri, davanti alla foto delle scatole, nemmeno aperte, gettate nella spazzatura vicino alle case popolari di via Marchi (FOTO). Le immagini, inviate al Carlino da una lettrice, mostrano diversi chili di cibo in scatola, in perfette condizioni (data di scadenza: 2016), gettate tra la spazzatura.

"Vista la quantità - spiega la Caritas, viste le foto - si tratta probabilmente di una famiglia che ha deciso di buttarle via perché non gradite". Allo sdegno della lettrice, si aggiunge quello del presidente regionale dell'associazione Banco Alimentare, Giovanni De Santis, che spiega come funziona la catena della solidarietà che a Reggio, ieri, si è interrotta: "Quello che facciamo noi, come Banco Alimentare, è recuperare le eccedenze delle aziende, dell'Unione Europea, i prodotti invenduti e donati. Facciamo in modo che questi vengano distribuiti in base alle strutture: parrocchie, associazioni benefiche, Caritas, cooperative".

Tutto il processo di distribuzione viene documentato e le singole strutture giustificano ogni scatola che arriva a chi è in difficoltà. "Sappiamo con esattezza il numero di persone che hanno accesso a questi aiuti, 11.360 a Reggio, 165mila in tutta la regione - dice De Santis - Casi come quello riportato dal Carlino sono isolati, ma ne vengono registrati altri. Sono un problema di educazione alla gratuità". Il gesto di gettare via quel cibo, ancora in condizioni perfette, sarebbe potuto essere facilmente evitabile: "Bastava riportarlo alla struttura che lo aveva distribuito in primo luogo, che lo avrebbe controllato e, una volta accertate le perfette condizioni, lo avrebbe rimesso in circolo è ridistribuito a un'altra famiglia che ne aveva bisogno", spiega De Santis.

Le scatole finite nell'immondizia facevano parte degli ultimi aiuti che l'Unione Europea aveva mandato nel dicembre del 2013, gli ultimi che l'Italia ha visto. "Non vedremo altro cibo inviato dall'Europa prima di due mesi - spiega De Santis -Abbiamo centellinato le scorte e che avevamo e gli ultimi aiuti per far fronte alle necessità di questo 2014, abbiamo persino dovuto organizzare una lunghissima colletta straordinaria per raccogliere altro cibo e nel 2015 avremo sicuramente meno aiuti di quelli che ci sono stati inviati nel 2013".

A Reggio, ci sono 49 enti che si occupano della distribuzione delle derrate alimentari, la Caritas è una di queste, anche se a differenza di parrocchie e cooperative, dona il cibo già cucinato, direttamente nel piatto, alle mense dei poveri. Le altre distribuiscono direttamente le scatole e le famiglie di occupano di cucinare. "A volte capita anche a noi di vedere sprechi del genere - spiegano i volontari della Caritas - Persone che uscendo dalla mensa, buttano via la pasta. A loro, noi volontari spieghiamo di non chiederla proprio, se non gradiscono, che qualcuno la mangerà volentieri al loro posto. Chi ha deciso di gettare via quelle scatole, ne ha fatto un pessimo uso, sarebbe bastato riportarlo al mittente o, più semplicemente, dopo aver aperto la prima scatola e non averla trovata di proprio gusto, bussare la porta del vicino di casa e donare ciò che avanzava. Fa rabbia, soprattutto perché dietro a quelle scatole ancora piene ci sono dei volontari che si spendono e spendono i propri soldi per aiutare chi ne ha più bisogno".