Eternit, condanna cancellata. Il sindaco di Rubiera scrive a Napolitano e Renzi

Il dolore dei parenti delle vittime: «Ci sentiamo beffati e impotentì»

La delegazione reggiana a Roma per la sentenza Eternit; in alto a sinistra il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro (foto Facebook)

La delegazione reggiana a Roma per la sentenza Eternit; in alto a sinistra il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro (foto Facebook)

Reggio Emila, 20 novembre 2014 - Impotenti, beffati. Si definiscono i così i parenti delle vittime dopo la clamorosa sentenza del processo Eternit. «La comunità di Rubiera oggi vive un momento particolarmente difficile. L’annullamento del cosiddetto Processo Eternit da parte della Corte di Cassazione ha tradito il legittimo desiderio di giustizia delle 47 vittime rubieresi riconosciute in Appello e del paese intero».

Con queste parole il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro, ha indirizzato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi, ai presidenti del Senato e della Camera Pietro Grasso e Laura Boldrini, dopo l’annullamento della sentenza di secondo grado. In paese è grande lo sconcerto per quanto deciso dalla Cassazione. Maria Luisa Foschi, familiare di tre vittime collegate alla vicenda, tra cui l’ex custode della sede Eternit di Rubiera, non nasconde la delusione: «È una cosa scandalosa. Si continua a parlare di cambiare la prescrizione, occorre farlo. È stato annullato il lavoro fatto finora. Ci sentiamo beffati e impotenti».

Il dolore dei parenti è stato raccolto dal sindaco, che nella sua lettera ai vertici delle istituzioni chiede «che le famiglie del disastro Eternit - che hanno percorso una lunga e durissima battaglia - non siano lasciate sole nel loro dolore. Chiediamo che lo Stato garantisca loro il doveroso sostegno. Chiediamo che vengano immediatamente prese le opportune iniziative legislative per correggere le inefficienze e lacune normative che nello stesso dibattimento di ieri sono state evidenziate. Che quanto accaduto non si possa ripetere mai più».

Con la sentenza della Cassazione, il Comune di Rubiera ha perso due milioni di euro di risarcimento che gli era stato riconosciuto come parte civile.

Diverse le reazioni alla sentenza della Cassazione: «L’amianto - commentano la Cgil Emilia Romagna e l’Associazione familiari e vittime dell’amianto - ha ucciso e sta uccidendo e condividiamo le prime dichiarazioni del pm Guariniello, con le quali afferma che ci sono tutte le condizioni per procedere con l’accusa di omicidio».

«Continueremo a stare a fianco dei familiari delle vittime - afferma il sottosegretario alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Bertelli - e confermiamo la nostra disponibilità a sostenere tutte le eventuali iniziative che potranno essere intraprese».

La Lega Nord di Rubiera va all’attacco delle precedenti amministrazioni comunali: «Già anni addietro - dice il responsabile locale Stefano Ruozzi - non potevano non rilevare come il Comune di Rubiera si fosse mosso in colpevole ritardo e che questo avrebbe potuto precludere ad una soluzione efficace».