Andrea, addio con corteo in musica. "Non avrebbe voluto le lacrime"

Celebrati ieri a Casina i funerali della giovane annegata nel torrente FOTO

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Reggio Emilia, 28 giugno 2016 - Dolore, commozione, lacrime, incredulità. Ma anche tanta musica, le sue canzoni preferite, balli, battiti di mano e applausi, per ricordare il suo essere solare (FOTO). E’ stato tutto questo, ieri a Casina, il funerale (in forma civile) della 24enne Andrea Begliardi, la giovane annegata venerdì nel torrente Enza (a ponte Cedogno, nel comune di Canossa), mentre era in acqua col cuginetto di 13 anni (riuscitosi a salvare).

Tutto il paese, per un pomeriggio, si ferma. Erano circa le 14.20 quando, in un silenzio quasi surreale, la gente iniziava a incamminarsi alla farmacia, luogo prescelto per accogliere l’arrivo del feretro dall’obitorio del Sant’Anna di Castelnovo Monti (partito da lì alle 14.30). Piano piano l’inizio di via Roma, davanti alla fermata del bus, si riempie. Trecento-quattrocento persone si riuniscono per dare l’addio alla 24enne che abitava al Bocco con la famiglia. Ci sono gli amici, i colleghi di lavoro (la ragazza era operatrice sociosanitaria) e i compaesani. C’è anche Giulia Battilori, l’amica che era con Andrea e la sorella sull’Enza. Verso le 15 arriva il carro funebre, dal quale spunta la bara coperta di rose arancioni. Scendono la madre Bruna, il padre Giovanni, il fratello Nicola e la sorella Serena (che si era precipitata nei soccorsi, riuscendo a salvare il cuginetto, presente anche lui), disperati e in lacrime, coperti dagli abbracci della folla. A ricordare Andrea c’è anche la Croce Rossa locale (la madre è una volontaria).

Dieci minuti dopo parte il corteo. In testa c’è la Croce Rossa, segue il carro funebre, poi, in prima fila, il fratello di Andrea che abbraccia il cuginetto di 13 anni (che piange a dirotto) e la madre. A fianco Serena col suo cane. A lato il padre. In sottofondo, per tutta la sfilata che si indirizza su via Caduti della libertà e attraversa tutto il paese, scorrono le canzoni che piacevano ad Andrea. Si inizia con «Io voglio vivere» dei Nomadi, poi si prosegue con De Andrè, Vasco Rossi, Fedez, fino al momento in cui, dopo venti minuti di strada, ci si ferma davanti al cimitero. Lì vicino c’è una bella foto sorridente di Andrea con a fianco i ricordini, un libro dove lasciare un pensiero, e un biglietto che specifica come «le eventuali offerte» vadano alla Lega del Filo d’oro o alla Croce Rossa.

La famiglia è a pochi metri dalla bara, dietro tutto il paese. C’è anche un gruppo di amiche, che indossa una maglietta con una frase speciale: «Andre, voglio ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi e come allora sorridi». Testo di «Canzone per un’amica» dei Nomadi. La mamma, in lacrime, abbraccia e bacia la bara. Poi parte «Dont’Worry, be happy». E tutti si mettono a ballare, fischiettare e battere le mani al ritmo della canzone di McFerrin. «Andrea sorrideva sempre - la ricorda commosso il fratello - e non ci avrebbe voluto vedere piangere oggi. Era sempre solare, la nostra roccia. Ora dovremo essere la roccia di noi stessi. Grazie a tutti, fa piacere sapere che era così amata». Poi un applauso scrosciante. E tutti vanno a dare l’ultimo saluto alla sfortunata ragazza, con un bacio alla bara. «Siete unici», è il ringraziamento della madre ai colleghi della Croce Rossa. Infine, il feretro parte per l’obitorio di Parma, dove è avvenuta la cremazione.