Annunci hot a insaputa di una maestra, stalker condannato

Per dissapori tra le due famiglie, un informatico ha inserito on line il nome e l’indirizzo della donna su siti di appuntamenti erotici

Stalking per una fattura (Olycom)

Stalking per una fattura (Olycom)

Reggio Emilia, 24 giugno 2016 - «Sono una moglie trascurata e vogliosa. Ti aspetto». A sua insaputa è diventata improvvisamente la donna più ricercata del web, una sorta di icona hard per i numerosissimi utenti. Peccato che lei non avesse inserito alcun annuncio erotico, essendo una giovane mamma e maestra.

Eppure i clienti continuavano a bussare alla sua porta anche la notte, tempestandola di chiamate e messaggi. Le indagini della postale, alla fine, hanno incastrato il colpevole, un 49enne informatico di Rubiera che ieri ha patteggiato in aula a Modena un anno di condanna, pena sospesa. L’uomo, Paolo Corradini, a seguito di pregressi diverbi familiari che avevano incrinato i rapporti tra i suoi parenti e la vittima, aveva infatti pensato bene di vendicarsi, inserendo on line svariati annunci erotici su siti di appuntamenti.

Negli stessi – come poi dimostrato dalle indagini svolte dalla polizia postale – aveva inserito non solo nome e cognome dell’ignara donna, ma anche il suo contatto telefonico e l’indirizzo di casa. Soddisfazione per la condanna, per i reati di stalking e diffamazione, è stata espressa dal legale della vittima, l’avvocato Cosimo Zaccaria. La difesa aveva chiesto l’esclusione della donna dalla costituzione di parte civile ma il giudice ha respinto la richiesta. Ora, come confermato dal legale Zaccaria, si aprirà anche il procedimento per la richiesta di risarcimento danni.

Tutto inizia all’inizio del 2014. La 50enne, maestra residente a Modena insieme alla figlia e al marito, inizia a ricevere strane telefonate a carattere erotico. Decine di interlocutori, inspiegabilmente, iniziano a molestarla, chiamandola, inviandole messaggi e rivolgendole parole ed approcci sessuali espliciti. La situazione precipita, tanto che la 50enne, choccata, si rivolge alla polizia. I diversi annunci, corredati da immagini hard, in realtà, risultano inseriti da un’altra persona, ovvero da un informatico reggiano, Paolo Corradini che, in più occasioni, posta immagini a contenuto pornografico indicando il numero della donna accanto ad inviti erotici particolarmente spinti.

L’uomo viene denunciato e, interrogato, ammette di aver inserito le inserzioni in un momento d’ira legato a dissapori tra la sua famiglia e quella della donna. Con la condanna dell’informatico, ieri, davanti al tribunale collegiale, per la vittima si chiude un pericoloso capitolo. Ora l’imputato sarà chiamato a risarcirla per l’incubo in cui, per mesi, l’ha gettata.