Correggio, folla ai funerali di Bianca: "Principessa, avevi il cuore immacolato"

La toccante omelia di don Gabriele Valli alla messa per l'ultimo saluto alla piccola uccisa da una statua FOTO Una folla sgomenta ai funerali - Lacrime e palloncini rosa alla camera ardente

I genitori della piccola Bianca straziati dal dolore ai funerali

I genitori della piccola Bianca straziati dal dolore ai funerali

Correggio (Reggio Emilia), 17 settembre 2014 - La chiesa di San Pietro trabocca (FOTO). Molti restano sul sagrato. È un’intera comunità sgomenta, profondamente scioccata, ieri, a unirsi al dolore straziante di Silvia Zini e Francesco Sologni, i genitori della piccola Bianca. Un corteo composto di 150 bambini, i compagni d’asilo di Bianca al San Tomaso d’Aquino. Poi siedono accanto alle maestre, a destra, accanto al coro. All’organo c’è Gian Marco Marzocchini, assessore al Welfare, assieme a gran parte della giunta. Sul pulpito tutti i sacerdoti di Correggio: don Franco, don Giuliano, don Giancarlo. C’è anche don Carlo di Rio Saliceto.

È don Gabriele Valli a prendere la parola, rivolgendosi ai veri protagonisti di questa giornata: i bambini. «Ho visto che avete portato una rosa ai piedi di bianca. Avete fatto proprio bene e ve ne siamo grati, è un gesto che vuol rappresentare una festa. Perché so che Bianca, a scuola, aveva interpretato proprio il ruolo della Rosa ne Il Piccolo principe da voi messo in scena». E accenna alla morale del capolavoro di Saint Exupery, a quell’intrambontabile l’essenziale è invisibile agli occhi: «Questa storia ci insegna un’importante verità: che, certe cose, con gli occhi non si vedono. Ci vuole un cuore immacolato per vederle. Bianca ci educa a vedere oltre i limiti».

La commozione è palpabile e si scioglie al suon dell’organo, coi canti dei piccini. Dopo la lettura del Vangelo e dopo aver reso grazie a Dio per il dono della piccola Marta, la sorellina di Bianca, nella toccante omelia don Gabriele dialoga coi genitori. Ringrazia Silvia e Francesco per aver aperto «le porte della vostra sofferenza, che va condivisa, affinché diventi più leggera e perché è un mistero che arricchisce tanti. Ne parlavo oggi con Francesco. Con te, Silvia, ci conosciamo da quando eri ragazza e ora sei mamma...»

Il sacerdote esorta i fedeli a «non porsi le tante domande più grandi di noi che si affollano nel cuore, che ci martellano la testa, comprensibilmente, adesso: ora è il momento della preghiera, occorre un atto di fiducia». Poi il pensiero vola ai bambini «che hanno il potere irremovibile di mettere in luce tutte le cose, l’essenziale; di ridimensionare ogni cosa con la danza del gioco. Ci chiedono di continuare a danzare, di compiere questa liturgia del vivere». I bimbi sono saggi maestri: «Bianca mi ha aiutato a ridare significato a questo Vangelo: all’amare tanto. Perché Dio ci ha donato, attraverso suo figlio, la vita eterna». E il sacerdote invita «Marta, Silvia, Francesco, Bianca, voi nonni a resistere alla tentazione di chiudersi nel dolore». Sprona Silvia ad allargare la sua «maternità a tanti bambini, ché Maria, mamma come te, ti sorregge».