«Processo Aemilia, non si terrà a Reggio ma a Firenze»

Il presidente del tribunale Francesco Caruso: «Non c’è un euro. Il Ministero se ne assuma la responsabilità politica»

Francesco Maria Caruso al convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Reggio Emilia

Francesco Maria Caruso al convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Reggio Emilia

Reggio Emilia, 27 novembre 2015 – «Ho inviato ieri al Ministero della giustizia una lettera che si assuma la responsabilità politica su dove dovrà essere celebrato il processo Aemilia. Allo stato, il dibattimento non si può tenere a Reggio, ma all’aula bunker di Firenze».

Con queste parole il presidente del tribunale, Francesco Maria Caruso ha iniziato il suo intervento al convegno organizzato dall’Ordine dei commercialisti dal titolo “Contrasto alla attività delle organizzazioni criminali e gestione dei beni sequestrati e confiscati”.

Caruso ha spiegato di aver individuato una possibile soluzione per fare in modo che il processo si svolga a Reggio, ovvero l’allestimento di una tendostruttura nel cortile del tribunale. «Ma sono necessari circa 100mila euro e nessuno si è detto disponibile a impiegare nemmeno un euro. Non c’è un euro per Aemilia», ha continuato Caruso sostenendo che sull’antimafia e sullo svolgimento del processo a Reggio «in teoria siamo tutti d’accordo, ma al momento di passare al fatto concreto bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità». Se il processo si terrà a Firenze, i giudici, i cancellieri e i fascicoli dovranno essere trasferiti nel capoluogo toscano e il rischio è che «il processo vada per le lunghe e in questo modo si sfilacci, togliendo ai cittadini reggiani la possibilità di seguire e sapere se e come le cosche abbiano controllato l’economia locale».

L’intervento di Caruso è stato ripreso anche dal sostituto procuratore della Dda di Bologna Marco Mescolini, tra i relatori del convegno. «Non posso non raccogliere la preoccupazione del presidente del tribunale – ha detto – Le indagini del pm si basano sui fatti, il giudice deve poi decidere se questi fatti siano di rilevanza penale oppure no». Fatti che vengono esposti nel processo ed è diritto dei cittadini conoscere. Per questo l’aula dovrà prevedere anche la presenza di un pubblico oltre che dei circa 150 imputati che hanno scelto il rito ordinario. Tuttavia Mescolini è ottimista. «A Bologna la Regione ha fatto uno sforzo mostruoso per riuscire ad allestire l’aula bunker per l’udienza preliminare – ha aggiunto il pm – Credo che si riuscirà a fare anche il dibattimento qui a Reggio».