Rifiuti, chi spinge sul porta a porta paga di più

Aumento medio del 2,4%. Il sindaco Cervi: «Si rischia di creare del malcontento»

RIFIUTI “ STORIA INFINITA”VIA OLDOINI TRAVERSA DIO VIA FIUME RIFIUTI... INTOLLERABILE SITUAZIONE

RIFIUTI “ STORIA INFINITA”VIA OLDOINI TRAVERSA DIO VIA FIUME RIFIUTI... INTOLLERABILE SITUAZIONE

Reggio Emilia, 21 maggio 2015 - Un aumento medio del 2,4% sulle tariffe dei rifiuti nei Comuni reggiani. E’ questa la proposta discussa ieri dal Consiglio locale di Atersir che ha però deciso, per l’approvazione definitiva, di riaggiornarsi a domani. Intanto però un dato, come confermato dai sindaci che abbiamo intervistato sembra imporsi su tutti gli altri: l’aumento più alto si registra, in molti casi, in comuni che hanno messo in campo la raccolta differenziata porta a porta. E questo è un dato critico su cui i primi cittadini vogliono riflettere.

Ecco qualche cifra emersa dall’incontro di ieri mattina: a Reggio l’aumento del costo per i cittadini dovrebbe essere dell’1,6; a Quattro Castella del 3,5%; a Montecchio del 3,7%; a Correggio del 3,5%; a Casalgrande dell’1,3%; ad Albinea del 3,4%; a Scandiano del 3,5%; a Sant’Ilario del 3,6; a Castelnovo Monti dell’1,5%. L’aumento di per sé non è una buona notizia per i citadini, anche se è contenuto rispetto alle previsioni di meno di due mesi fa, quando l’incremento dei costi previsto per la gestione dei rifiuti in provincia era stato dell’8%. In particolare pesavano allora sulle bollette i rialzi derivanti per un 4,5% dall’applicazione della cosiddetta ‘circolare Orlando’ del governo Letta, che prevede la differenziazione del rifiuto umido prima del conferimento in discarica, e per un 3,5% dall’estensione del porta a porta in tutta la val d’Enza, e nel comune di Guastalla.

«Abbiamo raggiunto - spiega Mirko Tutino, coordinatore provinciale e consigliere per Atersir (l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti) - un importante accordo con la Regione, che ha stanziato un milione e 800mila euro per l’estensione del porta a porta, che ci consente di abbattere i costi della circolare Orlando e mantenere basso il livello delle tariffe». Ad incidere sulla riduzione dell’aumento anche alcuni tagli di spesa chiesti nei mesi scorsi dai Comuni alle aziende Iren e Sabar: in particolare Iren ha messo mano ai costi di logistica. «L’unico problema- osserva Tutino – è che le modalità operative per l’applicazione delle tariffe sono state decise in una riunione tra tecnici ieri, e i sindaci hanno potuto visionare la situazione dei propri Comuni solo oggi. Per questo hanno chiesto di poter condividere le tariffe con le proprie giunte e la riunione è stata aggiornata».

GLI AUMENTI, in virtù di complicati meccanismi di «sussidiarietà» tra i Comuni che riguardano l’intero ambito, non saranno uguali per tutti. In alcune delle 42 amministrazioni comunali saranno dell’1%, in altre del 4%. Anche questo avrebbe indotto i primi cittadini a chiedere un supplemento di tempo per valutare la situazione. Nel Comune capoluogo comunque, conclude Tutino, si dovrebbe restare al di sotto del 2,4%. I sindaci Tania Tellini di Cadelbosco e Paolo Cervi di Campegine concordano su un punto: «I dati dell’aumento del costo del servizio raccolta rifiuti sembrano dire che a pagare di più saranno i comuni con la raccolta differenziata più sviluppata». «Certo – spiega Paolo Cervi, primo cittadino di Campegine – abbiamo ottenuto un bello sconto sugli aumenti dall’8% preventivato al 2,4%. Ma in effetti dalle cifre emerge questo: chi ha il porta a porta e ha più risultati sulla differenziata, avrà un aumento maggiore dei costi rispetto a chi fa la capillarizzata stradale. Con qualche eccezione, ma la sensazione è quella. Siccome si decide insieme, la differenza nell’aumento tra comune e comune rischia di creare del malcontento». Tra i sindaci presenti ieri all’assemblea di Atersir, Tania Tellini ha preannunciato la possibilità di votare contro la delibera sul costo del servizio rifiuti: una decisione che riguarda il caso del comune di Cadelbosco. «La mia contrarietà non era legata tanto al piano economico finanziario, bensì alla nuova regolamentazione, su cui non siamo d’accordo, che riguarda la gestione degli oneri di disagio ambientale». «La Regione – spiega Tellini - ha deliberato che i progetti realizzati con gli oneri di disagio ambientale devono essere autorizzati preventivamente da Atersir: significa ledere l’autonomia del Comune, ma soprattutto slittare in avanti, forse all’anno prossimo, la realizzazione dei progetti».