Aemilia, Delrio: "A Cutro non ho partecipato alla processione"

Le parole del ministro, sindaco all'epoca dei fatti, chiamato come testimone delle difese

Processo Aemilia, il ministro Delrio in aula (foto Artioli)

Processo Aemilia, il ministro Delrio in aula (foto Artioli)

Reggio Emilia, 18 luglio 2017 - Nel banco dei testimoni delle difese degli imputati Gianluigi Sarcone, Pasquale Brescia e Francesco Scida al processo Aemilia al tribunale di Reggio Emilia si è seduto questa mattina Graziano Delrio, sindaco all'epoca dei fatti al centro del maxi processo contro la 'ndrangheta.

Il ministro ha parlato dell'incontro del 2012 in cui accompagnò alcuni consiglieri comunali di origine calabrese dal prefetto Antonella De Miro: "Non era in discussione lo strumento delle interdittive, ma il fatto che nella comunità cutresi non ci fossero persone perbene. A fronte di una crescita dell'opinione pubblica e di notizie allarmanti che emergevano sulla stampa, qualcuno si sentiva ingiustamente accomunato ai delinquenti e questo è un fenomeno da stigmatizzare perché i cittadini reggiani sono sia di origine cutrese che non. Quelli che fanno i delinquenti lo fanno e le persone perbene non devono dire da dove vengono per dimostrarlo". Dunque, ha proseguito il ministro, "ci fu un disagio vero, percepito, che però nulla toglie al fatto che era importante e giusto che la comunità civile prendesse coscienza del fenomeno". In questo contesto "i consiglieri comunali mi chiesero di poter manifestare la loro solidarietà per l'azione contro la 'ndrangheta ma anche la preoccupazione che ci fosse una stigmatizzazione generale verso i cutresi", ha aggiunto il ministro.

Agli avvocati che gli hanno chiesto se avesse avuto sentore del fenomeno della 'ndrangheta sul territorio, Delrio risponde: "Certamente. Sapevamo che a Brescello c'era la presenza della famiglia Grande Aracri, conoscevamo i processi e le condanne definitive e quindi sapevamo che nel territorio reggiano in senso lato, cioè in provincia c'era questa presenza. Erano notizie note al punto che, visto che dalle Forze dell'ordine non arrivavano evidenze dirette di penetrazione della criminalità organizzata, chiedemmo di fare un'inchiesta sulle risultanze processuali coordinata dal professore Enzo Ciconte che fu poi ripetuta nel 2010". Questo perché, "avevamo la percezione che anche Reggio Emilia potesse diventare bersaglio dell'azione criminale".

A fare la differenza nella lotta alle infiltrazioni e a determinare la presa di consapevolezza della comunità, fu però secondo Delrio il protocollo frmato dal Comune a maggio del 2011 con la Prefettura, che aprì la stagione delle interdittive antimafia. "Fu con l'azione mirata del prefetto De Miro che la coscienza a Reggio divenne per fortuna molto più forte". Delrio ha parlato anche dei rapporti con l'associazione dei costruttori edili, per la maggior parte di origine calabrese, Aier e con il suo presidente Antonio Rizzo. "L'Aier fu ricevuta come tutte le associazioni che ne facevano richiesta dall'assessore all'Urbanistica ed esaminammo una loro porposta su come utilizzare l'invenduto che rimaneva dopo una stagione di grande espansione urbanistica. In giunta ritenni di non far passare questa proposta amministrativa". In merito al presidente dell'associazione, Delrio ha spiegato che "Rizzo abita nella località dove abito io a Canali, avevamo degli amici in comune e lui è sempre stato un mio sostenitore politico".

Il ministro ha precisato inoltre alcuni dettagli del famoso viaggio compiuto a Cutro nel 2009, alla vigilia delle elezioni amministrative in cui era candidato a primo cittadino della città del Tricolore per il secondo mandato. "Cutro - spiega Delrio - è una città legata a Reggio Emilia da un patto di amicizia fin dal 1995. Avevo ricevuto numerosi inviti, ho accettato quello del sindaco e mi sono recato a Cutro per una visita istituzionale - indossavo la fascia tricolore - durata 24 ore".

Il ministro smentisce di aver partecipato alla processione del Santissimo crocefisso, evento che si svolge nel paesino calabrese ogni sette anni: "Non ho partecipato alla processione. Ho solo assistito alla messa, poi sono stato in piazza con altri sindaci e 5.000 persone e me ne sono andato". La sera prima, puntualizza Delrio, avevo cenato con due consiglieri comunali eletti a Reggio Emilia: Antonio Olivo e Salvatore Scarpino".