Reggio Emilia, 28 agosto 2016 – Si è spento nel pomeriggio di ieri Guido Nasi, storico dirigente dell’Albinea, molto conosciuto in tutta la provincia per l’incessante e appassionato impegno nel mondo del calcio.
Aveva 80 anni, apparteneva a quella generazione che ha vissuto sulla propria pelle le conseguenze del conflitto, quando la quotidianità era fatta di macerie e privazioni. Nell’immediato dopoguerra c’era tanta voglia di ricominciare e anche lo sport ha rappresentato un modo per ritornare alla normalità.
In una sinergia tra l’Albinea e la parrocchia, è stato tra i promotori della costruzione a metà anni ’60 del campo Picchi, realizzato tra la chiesa e la strada pedemontana, che ancora oggi accoglie l’attività della scuola calcio, dove si cimentano 150 bambini.
Il Picchi è stato a lungo il tempio del calcio albinetano, ha accolto diverse edizioni del torneo della Montagna e un’infinità dei tornei notturni estivi. Tempo dopo, il piccolo ufficio di Nasi e dei suoi collaboratori è stato trasferito al Poggio, il nuovo stadio comunale gestito dall’Albinea. Lì sono conservati i tanti trofei vinti dalla squadra dal 1941 a oggi.
Nell’Albinea Guido Nasi ha ricoperto vari incarichi. Persona schietta, diretta, di cuore, nonostante fosse al vertice dell’organico societario, non disdegnava di dare una mano per le cose più semplici e utili, come impugnare la scopa per pulire gli spogliatoi o correre in città alla federazione per registrare i cartellini dei nuovi calciatori. Per molto tempo è stato membro del consiglio provinciale della Figc, con rappresentanza a vari livelli.
Ha passato il testimone solo quando problemi fisici lo hanno costretto a rallentare inesorabilmente il ritmo. Ma ogni settimana non mancava di passare dai campi per scambiare impressioni con allenatori e dirigenti, per incoraggiarli. Tra le ultime soddisfazioni sportive, l’aver visto l’amata squadra risalire in Prima categoria. E i primi calci del nipotino, proprio nel Picchi.
L’addio domani pomeriggio al Poggio. Dove tutto il paese si stringerà attorno alla famiglia. Per rievocare una vita fatta di impegno, passione e calcio.