Attentato al Gattaglio, il piromane resta in carcere ma non per l’assalto al pub

Il gip ha inasprito la misura solo per l’evasione dai domiciliari

Marco Lansi

Marco Lansi

Reggio Emilia, 25 settembre 2016 - Chiuso  in se stesso, impenetrabile, ombroso. È apparso così in queste ore Marco Lansi, 33 anni, arrestato dai carabinieri dopo aver dato fuoco nella notte tra giovedì e venerdì al Gattaglio’s pub, e aver cosparso di benzina il suo titolare, il 29enne Matteo Neri. Una tragedia sfiorata. Un locale distrutto. Feriti e morti evitati solo grazie alla prontezza del gestore. Un tentativo di aggredire con un raschietto da giardinaggio due carabinieri che lo avevano raggiunto nella sua casa di via Cavalcanti, dov’era scappato a bordo della sua auto dopo aver appiccato il rogo al locale. Per fare tutto questo Lansi era fuggito dai domiciliari dove si trovava dopo essere stato arrestato in luglio per stalking nei confronti dell’ex fidanzata, a cui avrebbe, secondo l’accusa, anche bruciato la macchina. Tutto questo si è tradotto per Lansi, nella notte tra giovedì e venerdì, nell’arresto dei carabinieri per evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Poi il pm Isabella Chiesi lo ha iscritto nel registro degli indagati per danneggiamento seguito da incendio, reato che non prevede la misura cautelare.

Ieri mattina l’udienza di convalida: ad assisterlo, il legale Vainer Burani. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per l’evasione e la resistenza, il pm Chiesi ha chiesto e ottenuto dal giudice Angela Baraldi i domiciliari. L’accusa di danneggiamento seguito da incendio, invece, non è finita davanti al giudice. Ma il legale di Neri, Alessandro Occhinegro, annuncia una contromossa: "È un’accusa troppo leggera. Perché non tentato omicidio o tentata strage, viste le conseguenze che le sue azioni avrebbero potuto avere?". Lansi rimane dentro solo perché il pm Stefania Pigozzi, che seguiva il fascicolo dello stalking, ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura per l’evasione: il giudice ha così disposto il carcere.

Ma com’è possibile che al 33enne sia stato contestato un reato, il danneggiamento seguito da incendio, più soft rispetto ad altri, ad esempio l’incendio? Al di là della prima valutazione fatta dai carabinieri, il pm ha evidentemente ritenuto di non formularne una più pesante. Anche la sola accusa di incendio, infatti, può essere contestata se si ravvisa un episodio di tale vastità da mettere a repentaglio la vita di molte persone, mentre il danneggiamento seguito da incendio riguarderebbe la messa a rischio del singolo bene. A fare la differenza, insomma, è la portata più o meno grande del fatto per la pubblica incolumità. Ma ciò che sembrerebbe trovare spiegazione nel codice penale, e nelle valutazioni dicrezionali dei magistrati, in questo caso non sembra averne affatto agli occhi non solo del titolare del locale, ma anche dei clienti e di alcuni dipendenti che stanno valutando di costituirsi in processo.