Reggio Emilia, viaggio da incubo sui bus per gli studenti

Disagi ma pure maleducazione sugli autobus strapieni

Autobus superaffollati di studenti

Autobus superaffollati di studenti

Reggio Emilia, 20 settembre 2017 - Dagli spintoni alla fermata fino agli spinelli a bordo. È quanto ci siamo trovati davanti agli occhi ieri: ci siamo finti studenti e al suono della campanella siamo saliti sul bus della linea 1 Reggio-Cavriago per «testare» il viaggio.

Verso le 13 arriviamo in piazza Papa Giovanni Paolo II, la nuova fermata introdotta un anno fa. Pian piano la banchina viene raggiunta sempre da più adolescenti che arrivano in particolare dal polo di via Makallè, zaino in spalla. Sono loro i maggiori fruitori delle corse di questa fascia oraria, pochi gli utenti adulti. L’attesa è già caotica. L’euforia per il ritorno a casa si sprigiona con urla e schiamazzi. Ma anche spintoni, così per scherzare, a pochi centimetri dalla strada in cui arrivano i bus, coi cattivi presagi sempre in agguato: a pochi metri da lì, il murales di Sylvester, il 13enne che morì schiacciato da un mezzo in viale Piave nel gennaio 2014, evidentemente insegna ancora troppo poco. Poi ci sono quelli disattenti: cuffie alle orecchie e sguardo fisso sul cellulare. Passa una mamma col passeggino che non riesce a transitare sul marciapiede vista la calca e che rischia di essere travolta da chi si strattona.

Alle 13,30 arriva finalmente il bus. Le porte si aprono, nessuno rispetta il corretto senso di salita. Si salta dentro ovunque: davanti, in mezzo e dietro. Si parte. Tutti stipati come sardine. Pochi privilegiati riescono a trovare posti a sedere. Non si riesce a vedere da un capo all’altro e neppure a timbrare il biglietto: occorre fidarsi del passamano. Tanti non sanno neppure dove aggrapparsi, non c’è uno spicchio libero. A ogni frenata si rischia la caduta con strike e ritorna quasi in mente il tagadà del luna-park… Il pullman continua comunque la corsa. A qualche fermata c’è qualcuno che vedendo la situazione rinuncia a salire. Chi scende invece deve praticamente costringere coloro che sono piazzati davanti alle porte a mettere il naso fuori momentaneamente. Un ragazzo addirittura viene colpito dallo spigolo di una porta che mentre si chiude per ripartire, gli «scheggia» una caviglia.

Reggio Emilia, bus strapieno di studenti fermo per 40 minuti: interviene la polizia

«Proprio ieri – racconta una giovane alunna – un signore non riusciva a scendere e quando è arrivato davanti alle porte, queste si stavano chiudendo: le ha aperte con le mani ed è uscito arrabbiato. Ma ha rischiato di farsi male…». Poi ci sono i cosiddetti «primini», ovvero i ragazzini al primo anno di superiori. Si riconoscono: scriccioli che cercano di farsi spazio fra decine di gambe, intimiditi e un po’ impauriti dalla situazione. Lentamente il bus si svuota. Si arriva alla Pianella, località di Cavriago dov’è fissato il capolinea per questa corsa. La quiete dura poco. Il mezzo fa inversione e ricomincia con la tratta inversa, in direzione Reggio. E arriva il colpo di scena. Salgono una trentina di ragazzi: tra questi anche un gruppo di magrebini che erano scesi pochi minuti prima in via Teggi, dopo esser partiti dal capoluogo. Uno di loro ha uno spinello in mano. In bella mostra e pronto da accendere. Cosa che fa quando arriva in via Gorizia…