Travolto da un’auto sulle strisce, multato perché in bici

Il racconto di Julio: "Sono venuti a farmi la sanzione in ospedale"

Julio Adjeitey, 23enne commesso allo Sport Service, con le ferite dopo l’incidente

Julio Adjeitey, 23enne commesso allo Sport Service, con le ferite dopo l’incidente

Reggio Emilia, 21 ottobre 2016 - Se non fosse che c’è una multa di 41 euro emessa dalla polizia municipale, ci sarebbe da non crederci. Ma, tant’è. Benvenuti a Reggio Emilia, città delle biciclette: dove un ciclista travolto da un’auto viene multato mentre si trova ancora al pronto soccorso perché non poteva stare con le due ruote sulle zebre. Questa è la storia di Julio Adjeitey, 23enne di origini ghanesi residente a Ravarino di Modena, addetto alla vendita di scarpe allo Sport Service di viale dei Mille. Julio, sabato poco prima delle 13, è stato falciato da un’utilitaria mentre attraversava la circonvallazione, in sella alla sua bici, sulle strisce. Un volo di 15 metri che gli è costato 30 giorni di prognosi, un dito aperto a metà, una microfrattura alla spalla, una lesione alla testa e diversi graffi. Peccato che, mentre era al Santa Maria Nuova, ancora in stato confusionale, sia stato raggiunto dai vigili urbani.

«Dopo aver raccolto la mia versione mi hanno fatto la multa dicendomi che non potevo attraversare con la bici sulle strisce. E mi sembrava assurdo... È normale andare a fare un verbale a un ferito mentre ancora lo stanno medicando? Mi sembra paradossale. Anche perché in quell’incidente ho rischiato grosso».

Julio, che cosa è successo?

«Sabato ho finito di lavorare e, come faccio sempre, ho preso la bici per andare in stazione. Stavo tornando a casa all’ora di pranzo e davanti alla banca su viale dei Mille dove ci sono le strisce mi sono messo ad aspettare per attraversare in sella alla bici. La prima auto si è fermata, a bordo c’era una mia collega che mi ha anche salutato. Così ho iniziato la marcia sulle zebre».

Poi che cosa ha visto?

«Ero in mezzo alla carreggiata e quando mi sono girato ho visto un’altra auto, una Clio grigia, arrivare a palla: mi ha preso sotto. È stato un attimo, io non ho potuto fare niente per evitarlo. Poi non so più niente».

L’impatto è stato violento?

«Sì, parecchio. Ho fatto un gran volo, circa 15 metri. Sono finito dall’altro lato della strada. Quando mi sono ripreso mi sono subito preoccupato che mi funzionassero le gambe e per fortuna si muovevano. Allora ho cercato di alzarmi, ma ho visto che avevo un dito squarciato, poi una botta alla testa e diversi graffi».

Chi l’ha soccorsa?

«Per fortuna c’erano tanti passanti che hanno chiamato il 118. La donna che mi ha investito ha detto che non mi aveva visto. Ma dalle testimonianze raccolte pare che lei fosse al telefonino e mi hanno detto anche che andava veloce. Io non ho fatto in tempo a vederla. Poi è arrivata l’ambulanza che mi ha portato all’ospedale: mi hanno dato i punti all’anulare della mano sinistra, il dito mi si era aperto a metà».

Ed è ora che viene il bello.

«Sì. Mentre ero al pronto soccorso è arrivato un vigile che mi ha chiesto la dinamica dell’incidente e io ho raccontato la verità. A quel punto mi ha detto che mi avrebbe fatto la multa, perché mi contestano il fatto che stavo attraversando con la bicicletta sulle strisce: 41 euro».

E la conducente dell’auto?

«Non so nemmeno se l’abbiano multata, anche il verbale era confuso».

E ora che farà?

«La pratica è stata affidata a un avvocato, anche perché credo sia abbastanza assurdo che una persona rimanga vittima di un incidente e venga pure multato. Io non sapevo nemmeno che non si possa attraversare in bici sulle strisce».

 

MA CHE COSA DICE LA NORMA? CONFUSI PERSINO I VIGILI SUL FORUM 

L’ARTICOLO 182 comma 4 del Nuovo Codice della Strada stabilisce che «i ciclisti devono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni. In tal caso sono assimilati ai pedoni e devono usare la comune diligenza e la comune prudenza».

Stessa affermazione del previgente Codice del ‘59, che sanciva all’articolo 128, terzo comma: «I ciclisti debbono condurre il veicolo a mano quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni».

Chiarissimo? Non proprio. Anche perché le interpretazioni degli stessi vigili, in diverse parti di Italia, sono differenti. A Reggio fanno la multa. Ma a Forte dei Marmi, ad esempio, la pensano diversamente.

«Dunque se il ciclista è tenuto a condurre il velocipede a mano solo allorquando esista una condizione di possibile intralcio o pericolo alla circolazione, ne consegue, ulteriormente, che negli altri casi può continuare a condurre il velocipede ‘a sella’», scriveva pochi mesi fa sul periodico del Portale della sicurezza stradale Giovanni Fontana, referente Asaps e funzionario di polizia municipale nel Comune di Forte dei Marmi.

E conclude: «Salvo che l’attraversamento pedonale sia occupato dai pedoni e che gli stessi possano subire pregiudizio dalla circolazione del ciclista che ne voglia far uso, negli altri casi, il ciclista può condurre il veicolo ‘a sella’, anche durante l’attraversamento della carreggiata».

Ma non tutti la pensano così. Ed è proprio tra i vigili che serpeggia il dubbio. Tanto che, pure sul forum ufficiale della polizia municipale (www.poliziamunicipale.it/forum) c’è chi chiede: «Quale articolo specifico del codice della strada è meglio applicare nel caso di un ciclista che attraversa sull’attraversamento pedonale?»

Risposta: «Bella domanda, anche perché c’è una norma che lascia adito a diverse interpretazioni; è una norma che vale per gli attraversamenti pedonali gestiti dal semaforo, l’art. 41 comma 15: ‘In assenza di lanterne semaforiche per i velocipedi, i ciclisti sulle intersezioni semaforizzate devono assumere il comportamento dei pedoni’ (...) Ma questo vale solo per gli attraversamenti semaforizzati. La cosa cambia per gli attraversamenti sprovvisti di lanterne semaforiche, giacché qui il codice non dice nulla o quasi», scrivono gli stessi vigili.

Ecco. Quindi, che si fa?