Reggio Emilia, bimba di 16 mesi salvata da soffocamento

La piccola aveva inalato pezzi di mandorla

Un neonato (foto repertorio)

Un neonato (foto repertorio)

Reggio Emilia, 1 gennaio 2018 - Una bambina di 16 mesi ha rischiato il soffocamento per alcuni pezzi di mandorla finiti nei bronchi. A salvarle la vita, nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, sono stati i medici dell'ospedale Maggiore di Parma, dove è stata operata d'urgenza. La piccola, residente con la famiglia a Correggio, nel Reggiano, il 30 dicembre aveva messo in bocca una mandorla e aveva iniziato a tossire, diventando cianotica. La madre era riuscita a togliere alcuni pezzi, ma nelle ore successive la bambina ha continuato ad avere forti crisi di tosse, dimostrando poco appetito. Verso le 23 dell'ultimo dell'anno è stata portata al pronto soccorso di Carpi e da lì, dopo una visita, trasferita a Parma, dove dalle 3 alle 5.30 è stata sottoposta ad un delicato e complesso intervento da parte dell'equipe di pneumologia ed endoscopia toracica guidata da Angela Majori. Nel bronco che porta al polmone sinistro c'erano anche alcune parti di guscio, estratte dai medici che hanno così salvato la bambina

I pezzi, messi in bocca ma tecnicamente inalati, erano finiti nel bronco probabilmente a causa della masticazione non ancora efficace della piccola. La madre si era accorta di non essere riuscita a toglierli tutti e lo ha fatto presente ai medici del pronto soccorso di Carpi, che hanno attivato i colleghi dell’azienda ospedaliera-universitaria di Parma, centro di riferimento per questo tipo di emergenze ed è stato organizzato il trasferimento notturno.

L’intervento è perfettamente riuscito: «La bambina sta bene», ha detto Majori, pneuomologo interventista che ha voluto ringraziare i colleghi Francesca Mensi, Federico Martello, Raffaele D’Ippolito, oltre al «personale infermieristico e del comparto di otorinolaringoiatria e il mio maestro Angelo Gianni Casalini, direttore dell’unità complessa di pneumologia endoscopica toracica». A marzo 2017 nella stessa stessa struttura ospedaliera erano stati salvati dal soffocamento, per avere inalato frammenti di cibo, tre bambini nel giro di 24 ore.