Cremazione, il vescovo Camisasca spiega cosa ne pensa la Chiesa. Il video

Il monsignore spiega l'Istruzione "Ad risurgendum cum Christo"

Monsignor Massimo Camisasca (foto Artioli)

Monsignor Massimo Camisasca (foto Artioli)

Reggio Emilia, 25 ottobre 2016 - Sempre più persone scelgono di essere cremate dopo la morte, o di cremare i propri cari defunti. Per questo la Congregazione per la Dottrina della Fede ha deciso di pubblicare sul tema una nuova Istruzione, “Ad resurgendum cum Christo”, che ribadisce come sia preferibile (ma non obbligatorio), nella religione cattolica, seppellire i corpi, e come, nel caso si scelga comunque la cremazione, vadano conservate le ceneri. Lo spiega il vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca. GUARDA IL VIDEO

“La nostra fede dice che risorgeremo – spiega monsignor Camisasca –, quindi il nostro corpo è importante. E la sepoltura deve avvenire in ogni caso sempre in cimiteri o luoghi sacri”. Quindi, niente ceneri conservate in casa, se non in casi eccezionali stabiliti però dall’autorità ecclesiastica, e tanto meno suddivise tra i nuclei familiari. Inoltre, non è permesso disperdere le ceneri in terra, né in acqua, né in alcun altro modo e tantomeno lo è convertirle in ricordi commemorativi, come gioielli o altri oggetti. E l’Istruzione, infine, parla chiaro: se un defunto avesse disposto la cremazione e la dispersione delle ceneri, si devono negare le esequie.