Operazione Pak Connection, arrestato "grossista" della droga

Nei guai un 33enne pakistano. La base operativa a Codisotto di Luzzara

La droga sequestrata dai carabinieri

La droga sequestrata dai carabinieri

Luzzara (Reggio Emilia), 23 giugno 2017 - Si estende l’indagine Pak-Connection, avviata dopo la morte di un corriere ovulatore, rinvenuto in condizioni gravissime tra Cadelbosco Sopra e Reggio, a fine dicembre di due anni fa, e poi deceduto al Santa Maria Nuova.

Ora i carabinieri del nucleo operativo di Guastalla, coordinati dal sostituto procuratore Giacomo Forte, hanno scoperto un vasto traffico di eroina che si sviluppava tra la Bassa Reggiana e quella Mantovana.

Gli ordini arrivavano telefonicamente: un linguaggio criptato, con la droga definita come verdura buona o pacchetti, i numeri rappresentavano i grammi mentre la dose poteva essere mezza o intera, per chiedere mezza dose o dose completa.

Dopo mesi di indagini, i carabinieri della Bassa, grazie anche a intercettazioni telefoniche, hanno chiuso il cerchio, ripercorrendo un triennio di spaccio, documentando centinaia di cessioni e ricostruendo l’intera filiera dello spaccio.

Si è così arrivati al grossista, un cittadino pakistano 33enne abitante a Luzzara, arrestato in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare in regime di arresti domiciliari ma condotto in carcere in quanto, durante la perquisizione eseguita nella sua abitazione di Codisotto, base operativa dello spaccio, eseguita con l’ausilio dei cinofili dei carabinieri di Bologna, è stato trovato in possesso di una quindicina di grammi di eroina, sostanza da taglio e materiale per il confezionamento, 300 euro presunto provento dello spaccio e un bilancino di precisione.

Nei guai sono finiti anche altri otto stranieri accusati di spaccio di stupefacenti. Si tratta di due cittadini indiani abitanti a Gonzaga di Mantova, un indiano di 43 anni abitante a Reggiolo, un quarantenne indiano di Guastalla, un trentenne indiano di Bagnolo San Vito, un pakistano 40enne residente a Reggio, oltre a due marocchini abitanti a Guastalla e Suzzara. Il grossista è risultato in contatto con uno degli indagati coinvolti nell’indagine per il decesso di un loro connazionale, ovvero l’ovulatore abbandonato in campagna quando uno degli ovuli si è aperto nel suo organismo.