Patrimoni nascosti al fisco, otto arresti fra Parma e Reggio Emilia / VIDEO

Per le triangolazioni con l'estero veniva utilizzata una associazione anti-usura. La guardia di Finanza ha sequestato beni per 7 milioni di euro

La sede dell'associazione anti-usura

La sede dell'associazione anti-usura

Reggio Emilia, 18 settembre 2017 - Sotto la facciata di una associazione antiusura, una organizzazione di Parma nascondeva patrimoni mobiliari e immobiliari per non pagare le tasse. Le Fiamme gialle hanno sequestrato 7 milioni di euro e arrestato 8 persone per associazione a delinquere: due persone sono state bloccate per strada a Reggio Emilia ed un’altra alla frontiera con la Slovenia. Inoltre un notaio e un imprenditore sono stati interdetti allo svolgimento di attività professionali e di impresa. Complessivamente erano 26 le persone coinvolte nell’organizzazione.

L’operazione è scattata sabato per il pericolo di fuga di alcuni degli indagati e ha interessato, oltre che a Parma, anche ad Arezzo, Pordenone, Trieste, Savona, Padova, Verona, Milano, Pistoia, Ravenna, Reggio Emilia, Salerno, Chieti e, in particolare, Ferrara.

Dalle indagini è emerso che erano stati stipulati numerosi trust con organizzazioni fittiziamente residenti in Slovenia e società ad hoc con sede sempre in Slovenia, oltre che in Senegal e Croazia per rendere gli asset patrimoniali non più aggredibili o sequestrabili in Italia dall’Autorità Giudiziaria.

In più il sistema era utile anche per altri obiettivi: approfittando della debolezza psicologica di alcuni imprenditori in difficoltà economiche, l’associazione incassava laute parcelle per le operazioni illecite, ma anche le risorse economiche ancora a loro disposizione, illudendoli di poter fare una restituzione nel tempo, anche sotto forma di ‘vitalizio’. Tale restituzione, però, non avveniva praticamente mai.

Sono stati individuati 49 trust, 71 cessioni di quote societarie, 12 affitti immobiliari, e tre cessioni di rami di azienda, a fronte di debiti tributari non pagati per milioni di euro.

Gli indagati sono 26 e le contestazioni spaziano dalla sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte, alla mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice, fino alla calunnia.

Quattro degli otto arrestati sono in carcere, gli altri ai domiciliari. Due di loro sono stati fermati mentre tentavano la fuga, uno era già arrivato al confine con la Slovenia. Sotto sequestro anche anche la sede dell’associazione, altre 7 società, tre conti correnti nonché partecipazioni societarie di 41 persone giuridiche, 16 immobili, due siti internet.