Furti, tre case svaligiate nella stessa via

Raid dei ladri a Fogliano. Il comitato di quartiere scrive al prefetto. "Ci sentiamo in guerra"

L’abitazione violata di Sergio Torelli

L’abitazione violata di Sergio Torelli

Reggio Emilia, 19 febbraio 2017 -  Una strada lunga un centinaio di metri, una decina di case affacciate, tre svaligiate nell’ultima settimana. «Tu rientri e sei invaso da un senso di impotenza e frustrazione, sei sconvolto. Ti hanno violentato», racconta Sergio Torelli, residente in via Armstrong a Fogliano, strada in cui, come quest’estate in visto Malaguzzi a Ospizio, i ladri sembrano non trascurare più alcun civico.

«Sabato scorso io e mia moglie siamo usciti alle 18 per andare in centro. Al nostro ritorno le inferriate di una finestra al piano terra erano tagliate, tutti i nostri abiti e oggetti rovesciati fuori dagli armadi. Ci hanno rubato un orologio, un anellino, una catena d’oro...». Un paio di giorni dopo è toccato a un’altra casa, e venerdì sera, sempre alla stessa ora, alla terza. Stessa tecnica, e poi se ne vanno, «indisturbati e impuniti». Perché? «Componi il 113 o il 112. Da noi - continua Torelli – sono venuti due carabinieri: fanno un sopralluogo, redigono il verbale e ti invitano a passare in caserma a sporgere denuncia. Uno ti fa mille domande e cerca di tranquillizzarti, l’altro ti sistema come meglio può l’inferriata. Brave persone, a cui va tutta la mostra gratitudine». L’amarezza è tanta di fronte a un reato odioso come è appunto il furto in casa. Torelli si sfoga: «Parli con i tuoi vicini di casa e tutti dicono la stessa cosa: Non ci fidiamo più dei nostri politici che pensano solo ai fatti loro. Non ci fidiamo più dei nostri amministratori locali e delle istituzioni. Abbiamo paura e non usciamo più di casa. Ci sentiamo in guerra. Se provi a dirlo, ti prendono per razzista e ti dicono che non bisogna generalizzare. Quindi – chiede Torelli – perché non ascoltare i nostri bisogni di sicurezza? Perché non avere più pattuglie sul territorio? Perché non c’è un coordinamento vero tra le forze dell’ordine? Perché quando non si trova un clandestino non lo si sbatte fuori? Perché negare l’evidenza? Perché non usare il buon senso davanti a cittadini esasperati?» Torelli e i residenti si stanno mobilitando: «Ci siamo riuniti come comitato di quartiere della via. Un mio vicino ha scritto al prefetto: vogliamo dare un contributo apolitico per risolvere il problema, partendo dal basso».