Gft, a rischio 100 posti di lavoro. "Vogliamo salvare l’azienda e rilanciarla"

I fratelli Lorenzo e Andrea Corsini hanno presentato un’offerta al giudice delegato

Da sinistra,  ai lati, Andrea e Lorenzo Corsini a capo di Tefcal, Sbaveria Emiliana e Talimac, dove lavora anche il padre Gabriele (dietro di loro)

Da sinistra, ai lati, Andrea e Lorenzo Corsini a capo di Tefcal, Sbaveria Emiliana e Talimac, dove lavora anche il padre Gabriele (dietro di loro)

Reggio Emilia, 25 ottobre 2016 - "Vogliamo salvare la Gft, i 100 posti di lavoro al suo interno, rilanciarla e darle un futuro florido". I giovani fratelli reggiani Lorenzo e Andrea Corsini, 30 e 23 anni (rispettivamente presidente e vicepresidente di Tefcal, di Sbaveria Emiliana e di Talimac), hanno le idee chiare per rimettere in sesto i destini della storica fonderia reggiana, con sede a Mancasale. L’impresa, dopo varie peripezie, è sull’orlo del fallimento e ha presentato in estate una richiesta di concordato con riserva in Tribunale.

Sia la Gft, sia la Sbaveria fanno parte di un cluster industriale, ovvero di una «filiera» di aziende strettamente interconnesse che realizzano diversi prodotti destinati al settore della motor valley italiana. Ducati, Bmw, Ktm e Triumph sono solo alcuni degli importanti clienti. Ma anche Ferrari e Piaggio (Aprilia). Le aziende del cluster hanno sede tra Reggio (con circa 300 dipendenti) e il Nord Italia. Il fatturato sfiora i 50 milioni.

«La Gft in questi anni ha avuto una cattiva gestione - spiegano i due, che si avvalgono del supporto di consulenza della Talimac, in cui opera il padre Gabriele - ma gli operai e le unità operative sono di alto livello. L’azienda, infatti, gode di importanti clienti in tutta Europa, poiché solo qui vengono trattati determinati prodotti. C’è bisogno quindi di cambiare l’organizzazione della struttura e farla rendere al meglio. Partendo dalla realizzazione di un nuovo unico grande stabilimento in Mancasale, al posto degli undici piccoli capannoni attuali, che sono inefficienti e inadatti. E vorremmo anche mantenere il centinaio di posti di lavoro presenti tra colletti blu e bianchi, consentendo così alle famiglie coivolte di guardare con serentità al proprio futuro».

Il fatturato della Gft si aggira intorno ai 20 milioni all’anno, cifra che pesa in maniera considerevole sulla portata complessiva del cluster. «Abbiamo presentato un’offerta con annesso piano industriale di rilancio dell’attività al giudice delegato - esclamano i due fratelli -, che si dovrà pronunciare tra pochi giorni, decidendo tra la nostra offerta e quella di uno dei soci dell’attuale proprietà, l’azienda veneta Tmb. Il nostro timore è che, in mancanza di un piano adeguato, la fonderia, in prospettiva, non venga valorizzata al massimo delle proprie potenzialità, mettendo quindi a rischio non solo il fatturato e i posti di lavoro, ma anche l’intero comparto. Col nostro intervento, infine, vogliamo cercare di frenare il fenomeno di deindustrializzazione che ha colpito Mancasale. In quella che un tempo era una zona ricca di imprese, oggi molte realtà hanno chiuso i battenti».