Addio a Giampaolo Soncini, il barman gentile

Il fondatore del caffé ‘Europa’ stroncato da un tumore a 48 anni

Giampaolo Soncini

Giampaolo Soncini

Reggio Emilia, 20 gennaio 2017 - IL SUO animo sprigionava davvero l’aroma intenso e ricercato dei caffé che selezionava con cura. E fino all’ultimo ha mantenuto la cortesia del gesto con cui li porgeva al cliente, insieme al suo sorriso, per anni il ‘buongiorno’ di tanti, tantissimi reggiani che hanno frequentato i suoi bar.

Giampaolo Soncini, un volto molto noto in città, è morto mercoledì notte alle 2.40 all’ospedale Santa Maria Nuova: era ricoverato al Core per le conseguenze di un tumore che lo aveva colpito due anni fa. Aveva 48 anni e, finché la salute gliel’ha permesso, ha lavorato nei locali da lui fondati in città, ai quali aveva impresso uno stile particolare, certamente innovativo per i tempi. Soncini abitava in via Chiloni, nella zona di Buco del Signore.

Da giovanissimo aveva iniziato a lavorare nel bar gestito dai genitori, l’‘Excelsior’ di via Emilia Santo Stefano. Poi era andato a Bologna, allo ‘Zanarini’, dove aveva iniziato ad affinare la propria esperienza nella ricerca di caffé particolari, così come di prodotti gastronomici ricercati. Pur mantenendo saldo il legame con Reggio, amava guardare al mondo per la ricerca di caffé e altre delizie.

Negli anni Novanta, insieme alla sua famiglia, inaugurò in piazza Prampolini un locale tuttora di riferimento per chi frequenta il centro storico: il caffè ‘Europa’. Dopo la cessione a un’altra gestione, l’instancabile Soncini aprì altri tre bar: il ‘Kafé’ di via Fornaciari, il ‘Pietranera’ in via Emilia San Pietro e il ‘Deseo’ di via Panciroli, locali tutti contraddistinti, oltre che dall’ottima qualità del caffé, dall’ampia scelta di miscele, sulle quali Soncini amava soffermarsi con il cliente in accurate spiegazioni.

La tazzina di caffé, insomma, grazie a lui era qualcosa di ben diverso da un sorso nero da trangugiare in fretta, bensì un rito fatto di gesti preziosi e aromi ricercati, accompagnato dalla grande cortesia e dalle immancabili chiacchiere sul fatto del giorno, dentro locali dallo stile lineare e moderno, che negli anni Novanta rappresentarono per Reggio una novità.

Grande, dunque, è stato il cordoglio in queste ore tra la cerchia dei tantissimi clienti che lo conoscevano da anni e lo hanno seguito nei vari locali e si sono stretti alla famiglia durante i funerali che si sono svolti ieri nella chiesa di Sant’Anselmo, fino all’ultimo saluto al cimitero di San Maurizio.

Soncini lascia il padre Corrado, la madre Silvana, la sorella Loretta con il marito Carlo e la fidanzata Lucilla Alderotti. «Nonostante lo avesse colpito una grave malattia – lo ricorda la fidanzata – Giampaolo ha lottato fino all’ultimo, trasmettendoci la grande passione per la vita che lo ha sempre contraddistinto. E anche nei momenti più difficili ha saputo mantenere la grande cortesia e il garbo che dimostrava nel suo lavoro. Era lui che infondeva forza a noi».

Il gesto gentile del barista, la carica del caffé che porgeva agli avventori perché iniziassero bene le giornate, è diventata anche l’energia che, sino alla fine, ha saputo trasmettere anche agli altri.