Reggio Emilia, gioco d’azzardo, allarme rosso. Bruciati in un anno 764 milioni

Impressionante la cifra spesa nel 2016 nella nostra provincia

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Reggio Emilia, 17 novembre 2017 - Quanto vale il gioco d’azzardo in provincia di Reggio? Una montagna di soldi, quasi incredibile. Nel 2016 sono stati «bruciati» ben 764 milioni e 660 mila euro nel Reggiano, secondo i dati dei Monopoli. In questa cifra rientrano tutte le tipologie di gioco, dalle slot ai Gratta&Vinci fino ad arrivare alle scommesse sul territorio (esclusa l’intera partita dell’online). E pensare che è solo una piccola fetta della maxi torta nazionale dove all’anno gli italiani spendono 96 miliardi per tentare la fortuna. E tanti finiscono con la faccia nella panna, rischiando di affondare.

Un fenomeno sempre più in crescita che sul nostro territorio diverse associazioni cercano di contrastare, fornendo aiuto ai giocatori cronici d’azzardo. Tra questi c’è l’Azzardo Point - servizio istituito dal centro Papa Giovanni XXIII del presidente Matteo Iori - che riceve di media cento telefonate all’anno da parte di persone in difficoltà. Sono circa 50 i casi presi in cura, attraverso Ausl e Sert. A Puianello infatti c’è una casa residenziale per giocatori, una delle prime a nascere in regione e nell’intero Stivale. Chi conosce bene il tema è Umberto Caroni (nella foto è a destra con Matteo Iori), responsabile e direttore dei programmi di Azzardo Point, che lavora in quest’ambito da vent’anni. «L’aumento dei casi è dovuto al fatto che è complicato guarire un giocatore cronico – spiega – Le cliniche non sono in grado di tappare tutti i buchi. Purtroppo non funziona come fossero automobili che entrano in un centro revisione e poi escono pulite. I giocatori arrivano da noi, poi escono e poi ritornano molto spesso. Non è detto che per uno nuovo che arriva, un altro esce. Anzi…».

Le terapie sono mirate, ma a volte non bastano. «E’ difficile fermare chi entra nel meccanismo della vincita costante da rincorrere – continua Caroni - anche perché aumentano le puntate sempre di più e poi si presentano tutti da noi con difficoltà economiche. Le terapie sono tarate sui due anni con sedute psicoterapeutiche, ma anche ambulatoriali e di gruppo per l’aspetto cognitivo-comportamentale. È importante che ci sia una presa di coscienza del problema; inizialmente hanno paura del giudizio morale degli altri. Ma tutto questo è solo un accompagnamento. A Puianello, si prevedono periodi di permanenza dai 15 ai 90 giorni. È un modo per stoppare il giocatore. Ma poi il percorso deve proseguire dopo nel territorio di provenienza».

Caroni analizza infine il fenomeno: «Oltre il 50% cade nelle slot perché c’è un effetto pseudo-ipnotico di audio e video. Poi ci sono le scommesse sportive (18 milioni di euro spesi da gennaio a ottobre 2017 nei 70 punti vendita della nostra provincia, secondo i dati forniti Agipro, ndr). Lo «spezzatino» della Serie A è stato fatto per avvantaggiare questo tipo di scommesse. Nove volte su dieci si tratta di un uomo, mentre le donne sono meno propense ad avvicinarsi al gioco; al massimo comprano i Gratta&Vinci. Quest’ultimi vengono utilizzati addirittura come regali a Natale per tutti i parenti… Infine, da noi arriva anche qualche 20enne o 30enne. Nonostante i divieti, c’è chi inizia a giocare a 12 anni. Andavano prima fatte le regole e poi aperto il mercato: invece siamo in Italia ed è stato fatto il contrario…».