Investe e uccide il figlio di 7 anni. "Come faremo ad andare avanti?"

La tragedia di Quattro Castella, lo strazio di Silvio Ceccardi dopo l’incidente nella stalla. I vicini increduli: «Era un bimbo dolcissimo»

Il trattore

Il trattore

Reggio Emilia, 26 settembre 2016 - Lo strazio è risuonato nelle colline tranquille di Roncolo. Se ne sono accorti da subito, i vicini di casa, ma non avrebbero mai immaginato un fatto così grave: «Ho sentito qualcuno che piangeva a lungo, dalla casa dei Ceccardi. Lì abitano anche i genitori anziani, pensavo che avessero avuto qualche problema di salute. Poi ho sentito l’ambulanza arrivare con la sirena e l’elisoccorso: ho capito che era accaduto qualcosa di grave. Ma questo davvero non lo immaginavo... – racconta Anna Maria Dell’Aquila –. È un dispiacere infinito, non potro mai dimenticare questi momenti. Quelle urla non si possono descrivere, immaginare...».

Un’ora dopo la tragedia avvenuta nel podere dei Ceccardi, i vicini di casa sono fuori dal cancello: occhi rossi, voce bassa, tanto dispiacere per quella famiglia colpita da un dolore così duro. La donna, così come Marcel Lanza, abita a pochi passi da dov’è avvenuta la tragedia. Lanza è padre di un compagno di classe del bambino morto: «Ero in casa, ho sentito le urla, poi abbiamo saputo. Non riusciamo a crederci, Alex era un bambino dolcissimo, amava la Juventus e lo vedevo sempre con il padre mentre lavorava in campagna». Alex era iscritto alla terza elementare dell’istituto comprensivo di Quattro Castella–Vezzano: nel comune matildico frequentava la ‘Pascoli’. «Era un bambino bravissimo a scuola, simpatico, lo sentivo parlare in dialetto...», aggiunge Lanza.

La famiglia Ceccardi è molto conosciuta: il nonno di Alex, Francesco, conduceva l’azienda già in passato e ora ne è contitolare insieme al figlio Silvio, il padre di Alex. Oltre a lui, il bambino lascia anche la madre Fulvia Lembo Munarini, infermiera all’ospedale Santa Maria Nuova e la sorellina minore, che frequenta la materna parrocchiale di Quattro Castella. «Era attaccatissimo alla piccola...», sussurra Lanza. Il bambino giocava anche a calcio.

Nel pomeriggio diversi amici e parenti hanno percorso via Martiri di Marzabotto per stringersi alla famiglia. Una coppia, genitori di un bambino che aveva frequentato l’asilo con Alex, chiede informazioni: «Ma è vero?». E quando arriva la triste conferma, scoppiano in lacrime e si abbracciano. Nemmeno si avvicinano alla casa per portare conforto alla famiglia: «Non ce la facciamo». Mentre a chi lo ha incontrato nelle ore appena successive alla tragedia, il padre, sotto choc, ha ripetuto questa frase: «Come facciamo adesso ad andare avanti?».