Reggio Emilia, sgominata la banda dei predoni del rame / VIDEO

Almeno sette aziende colpite fra Emilia Romagna e Lombardia. Recuperato bottino per centomila euro

Recuperato rame rubato

Recuperato rame rubato

San Polo (Reggio Emilia), 21 febbraio 2018 – Dalla base operativa dislocata a Reggio Emilia spaziavano tra l’Emilia Romagna e la Lombardia per compiere furti in serie con particolare riguardo ai cavi di rame che rubavano dalle aziende, spesso sventrando interi impianti elettrici. Modalità di furto che in qualche caso hanno provocato danni molto ingenti, fino a centinaia di migliaia di euro, considerando che la mancanza di elettricità conseguente alle intrusioni ha comportato anche forti rallentamenti nel ciclo produttivo aziendale nei giorni successivi.

E' un’organizzazione criminale di matrice romena, quella che è stata sgominata dai carabinieri della stazione di San Polo d’Enza. Sono state eseguite perquisizioni e arresti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Reggio, su richiesta del sostituto procuratore Giulia Stignani che ha coordinato le indagini.  Gli arrestati sono  di tre cittadini romeni, due dei quali già arrestati in flagranza lo scorso 2 dicembre e raggiunti in carcere da una nuova ordinanza di custodia, più un complice preso oggi nel covo della banda, nella frazione di Villa Cella a Reggio. Nel corso dell'irruzione dei militari è finito in manette anche un quarto cittadino romeno, su cui pendeva da mesi un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Modena per un furto commesso in un bar di Campogalliano. Per i tre componenti della banda arrestati l'accusa è di furto aggravato e continuato. 

E' invece indagato per ricettazione un insospettabile imprenditore della provincia di Modena, titolare di una ditta di raccolta metalli, che secondo le ipotesi investigative dei Carabinieri "ripuliva" il rame rubato, re-immettendolo nei canali di vendita leciti. 

Negli ultimi mesi del 2017 la banda ha messo a segno sette colpi (due nel mantovano e cinque in provincia di Reggio), prendendo d'assalto aziende in attività o in fallimento quindi abbandonate, che venivano depredate di ogni oggetto di valore.  L'obiettivo principale dei ladri erano i cavi di rame degli impianti elettrici, che venivano totalmente sradicati paralizzando, di conseguenza, l'attivita' delle imprese. Ma veniva fatta incetta anche di attrezzature da lavoro e oggetti (navigatori, orologi biciclette e macchine fotografiche), trovati nei locali o nelle auto parcheggiate negli stabilimenti. I Carabinieri hanno recuperato parte della refurtiva, del valore stimato di 100.000 euro circa. 

Ogni operazione avrebbe fruttato alla banda di predoni dell'oro rosso almeno 80.000 euro, per un totale di oltre mezzo milione di profitto illecito. Particolarmente complesse le indagini condotte dai Carabinieri, scaturite dopo la denuncia per furto dell'azienda Chr-Hansen di Canossa, in cui l'intero impianto elettrico era stato asportato, bloccando l'attivita' produttiva. I militari si sono concentrati dapprima sul furgone usato dai ladri e, dopo averli individuati, li hanno pedinati per 15 giorni e 15 notti. E' emerso inoltre che, per ostacolare gli inquirenti, gli arrestati (formalmente senza fissa dimora) parcheggiavano il furgone nei pressi di una casa abbandonata, che indicavano come propria abitazione se incappavano in controlli di routine.