Lentigione, dopo l'alluvione via libera della Prefettura al rientro nelle case / FOTO

Cala l’acqua dell'Enza, ma non la rabbia della gente: "Siamo stati allagati alle 9. Nessuno, per tre ore, ha dato l’allarme"

Il residente Boris Donelli critica la mancata comunicazione di ciò che stava accadendo

Il residente Boris Donelli critica la mancata comunicazione di ciò che stava accadendo

Lentigione (Reggio Emilia), 18 dicembre 2017 - Il ripristino dell’argine dell’Enza danneggiato in tre punti dalla piena sta proseguendo nei tempi stabiliti e il manufatto da ieri risulta garantire "adeguati margini di sicurezza". Per questo il Centro coordinamento soccorsi riunito ieri sera in prefettura a Reggio ha deciso di "consentire il rientro nelle abitazioni della popolazione e nelle aziende di Lentigione, già dall’odierna serata, fatta eccezione per alcuni casolari isolati nella zona nord, verso Ponte Alto e l’argine del Canalazzo, salvo verifica degli impianti elettrici, in corso con il supporto degli impiantisti dello staff appositamente costituito". Entro oggi dovrebbero concludersi i lavori alle arginature. E mentre in paese si continua a spalare il fango da strade, case e aziende, nella zona ancora allagata, verso il Canalazzo, la rabbia non si placa.

"Ci avessero avvisato non appena l’Enza ha tracimato, quando ha iniziato a entrare in centro a Lentigione, saremmo riusciti non solo portare parte delle nostre cose ai piani superiori, ma avremmo avuto il tempo di mettere in salvo gran parte dei trattori e delle attrezzature, rimaste invece allagate". A parlare è Boris Donelli, mentre guarda sconsolato l’orizzonte, sperando di poter accedere al più presto nella sua abitazione ancora in parte allagata, tra via Viazza e via Molino Caselle.

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"Da quando l’Enza ha iniziato a entrare in centro a Lentigione – aggiunge Catia Donelli – a quando l’acqua è arrivata nelle nostre case sono trascorse ben tre ore. Solo verso le nove abbiamo avuto l’allagamento. In quelle tre ore nessuno ci è venuto a dire cosa stava realmente succedendo. In quelle tre ore avremmo potuto portare al sicuro gran parte delle nostre attrezzature. Ci avrebbero permesso di salvare metà delle… nostre vite". Già verso le sei i residenti avevano saputo della rottura dell’argine e alcuni di loro si sono recati a Lentigione.

"Ma nessuno – aggiunge Rossella Guastalla, un’altra residente – ci ha saputo dare spiegazioni. Nessuno ci ha detto che cosa dovevamo fare. Sono state perse tre ore importantissime. Quando è scattata l’emergenza vera, perché nessuno ci ha detto di evacuare? Non abbiamo avuto alcuna informazione. Abbiamo creato qui un presidio per controllare la zona dall’assalto dei malintenzionati. Perché ci sono già state persone venute a rubare oggetti che la piena ha spinto verso gli argini. Sono oggetti che hanno dei proprietari. Ma non c’è adeguato controllo. Capisco che il centro di Lentigione ha la priorità. Ma noi non meritiamo un minimo d’attenzione?". "Ora attendiamo di rientrare nelle nostre case ma – conclude Boris – la storia non finisce qui. Si dovrà risalire ai responsabili di tutto questo…".