Il rapper Malacarne: «Non ho tirato io le coltellate al calciatore»

Emilio Finizio si difende dal carcere di Genova: «Quella notte c’era stata una rissa»

Emilio Finizio e Juri Margini (foto Fb)

Emilio Finizio e Juri Margini (foto Fb)

Reggio Emilia, 14 febbario 2018 - «NON ho colpito nessuno, non ho tirato io le coltellate. Né ho fatto il gesto di darle».

Ha scelto il parlare dal carcere di Marassi anche Emilio Finizio, il rapper 36enne originario di Sassuolo e residente a Viano, più noto come Malacarne. L’uomo era stato arrestato giovedì a Genova, dai carabinieri di Reggio in trasferta, accusato per il tentato omicidio a Scandiano del bomber 21enne dell’Arcetana Aldi Shpijati, in concorso con l’amico Juri Margini, 30enne di Viano. La violenza era accaduta nella notte fra il 3 il 4 febbraio, intorno alle 4,30, davanti alla stazione di Scandiano.

Finizio, difeso dagli avvocati Liborio Cataliotti e Fabio Di Salvo del foro di Genova, è stato sentito ieri mattina per quasi due ore su rogatoria, dal gip Ferdinando Baldini.

«Quella notte – ha spiegato il rapper – c’era stata una rissa. Io ero lì con alcuni amici, ma non sono stato io a colpire l’albanese». Il tentato omicidio dell’attaccante della squadra che milita in Promozione, era avvenuto – stando alle testimonianze – dopo una sanguinosa rissa cui Margini e Finizio però non avrebbero preso parte.

Shpijati – a lunga rimasto in prognosi riservata all’ospedale e ora fuori pericolo – racconta di essere intervenuto per aiutare un amico, per poi essere colpito con tre coltellate al ventre da Juri Margini. Secondo la procura (il pm Giulia Stignani è titolare del fascicolo), i responsabili dell’accoltellamento erano fuggiti dopo l’aggressione.

Margini – che si trova recluso nel carcere di via Settembrini, dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto lunedì (è difeso dall’avvocato Antonio Sarzi Amadè) – si era presentato spontaneamente in caserma l’8 febbraio sapendo di essere ricercato per l’arresto. Nel corso delle indagini i carabinieri, poco lontano dal luogo dell’accoltellamento, nella zona della stazione di Scandiano, avevano trovato e sequestrato il coltello (con una lama di 8,5 centimetri) con ancora tracce di sangue; mentre nell’abitazione di uno dei due rapper, dove Margini risulterebbe essersi cambiato, avevano sequestrato gli abiti su cui risulterebbero tracce verosimilmente di sangue.

«Il coltello era in uno zainetto – ha proseguito Malacarne durante l’interrogatorio – e non sono fuggito. Lo sapevano anche i carabinieri che sarei venuto a Genova per motivi di lavoro».

Sono almeno cinque le testimonianze raccolte dai carabinieri (oltre alla deposizione di Margini) che conferemerebbero il fatto che il coltello durante l’aggressione sia stato passato da Finizio a Margini; quest’ultimo ritenuto l’autore materiale dei colpi. Lo stesso Margini avrebbe ammesso di aver accoltellato il calciatore, dicendo però di «aver reagito a un’aggressione».

«Faremo istanza al tribunale del Riesame perché Finizio venga scarcerato – spiega il suo difensore Cataliotti –. Non è così scontato che ci sia il concorso in omicidio per lui. Il fatto che abbia passato il coltello all’amico non significa che potesse prevedere il fatto che venisse compiuto un tentato omicidio. Ci sono diverse sentenze della Cassazione su questo punto». Inoltre «il suo atteggiamento è stato ampiamente collaborativo fin dall’inizio – conclude il legale –: era a Genova per fare uno spettacolo, non certo perché stava scappando. Ha fornito gli indumenti che le forze dell’ordine stavano cercando e ha indicato una persona che potesse essere sentita come testimone».