Rubiera, malore in casa, morta la ragazzina

Marzia Bruzio aveva 15 anni. Aveva scritto al Papa

Una bella immagine di Marzia Bruzio

Una bella immagine di Marzia Bruzio

Reggio Emilia, 8 giugno 2017 - Non ce l’ha fatta. Il cuoricino di Marzia Bruzio, la ragazzina quindicenne di Fontana di Rubiera, ha smesso di battere martedì sera all’Ospedale di Parma dove era stata trasportata con urgenza dopo aver avuto un malore mentre si trovava nella sua abitazione a Fontana, in via Madonna di Pompei.

Le sue condizioni erano apparse subito gravissime.

«Eravamo tutti in casa – racconta con il cuore spezzato dal dolore il padre Paolo – quando è svenuta fra le mie braccia».

Prima di perdere i sensi, un messaggio inquietante: «Papà, non vedo nulla». Poi la corsa contro il tempo: la Croce Rossa, l’auto medica, l’elisoccorso, le prime cure, il trasporto in elicottero a Parma. Le condizioni della ragazzina, però, erano molto critiche.

«In serata – racconta la mamma Rosita Comentale – i medici non ci avevano dato nessuna speranza. La stavano tenendo in vita con i macchinari. Quando poi ci hanno detto che avremmo dovuto dire quando far staccare la spina, ci è crollato il mondo addosso».

Papà e mamma non hanno avuto però alcuna esitazione. «Quel consenso no. L’avrei tenuta anche in uno stato vegetativo... ». La forza e la potenza dell’amore dei genitori è travolgente: non si affievolisce e non si arrende neanche di fronte al responso infausto della medicina. «A staccare la spina – dice in lacrime la mamma – ci ha pensato lei stessa . Marzia ha interrotto il battito del suo cuoricino. Non c’è stato bisogno della nostra decisione».

Marzia, studentessa del Chierici, «era una ragazzina – ricorda la mamma – che amava la vita e che aveva sempre un pensiero per gli altri».

Era stata sottoposta recentemente ad un delicato intervento chirurgico all’ospedale Gaslini di Genova. Era stata dimessa circa un mese fa e le sue condizioni erano buone. «Era affetta dalla sindrome di Arnold Chiari – spiegano i genitori – e le tonsille cerebrali si stavano abbassando. Occorreva intervenire per scongiurare effetti devastanti». Operazione riuscita. Marzia si era ripresa bene anche dalla convalescenza. «Non sappiamo se il malore – prosegue il padre – sia da mettere in relazione con quella operazione».

Un percorso travagliato, quello di Marzia. Era stata colpita anche da un’altra sindrome, seppur in forma leggera, quella di Pierre Robin e per questo era stata sottoposta a diversi interventi chirurgici per ridurre alcuni piccoli difetti fisici al palato e agli arti. Tutti interventi che non avevano minimamente intaccato la serenità e la fiducia verso il prossimo come lei stessa aveva confermato nella lettera, che riportiamo in questa pagina in basso, indirizzata al Papa.

E oggi il paese intero la saluterà per l’ultima volta: i funerali verranno celebrati alle 15, nella chiesa parrocchiale di Rubiera. Oltre ai genitori, lascia la sorellina Francesca, di due anni, e una miriade di amici che l’hanno ricordata con affetto anche attraverso i social.