Martedì l’addio al ristoratore Pietro Tronconi

Aveva 90 anni. Partigiano a 18 anni, emigrò in Belgio e in Francia Tornato sulle sue montagne, gestì il Triglia, poi il Teneggi e infine fondò la Baita

Pietro Tronconi

Pietro Tronconi

Reggio Emilia, 25 settembre 2016 – Si è spento a 90 anni nella casa di riposo Oasi di San Francesco di Cereggio (Ventasso) Pietro Tronconi, uno degli ultimi partigiani dell’Appennino. Lascia le figlie Iria e Orietta, il fratello Renato e la sorella Ida, cognati, nipoti, parenti ed amici.

Classe 1925, dopo l’8 settembre 1943, a soli 18 anni si arruolò nei partigiani garibaldini. Nell’immediato dopoguerra, quando a Cerreto Alpi c’erano soli pastori, Pietro Tronconi ha scelto la via dell’emigrazione: prima in miniera in Belgio e poi cameriere in Francia.

Tornato a casa, all’inizio degli anni ’60 Tronconi ha lavorato come muratore con l’imprenditore Marchelli di Parma, protagonista della nascita della stazione di Cerreto Laghi. Con la moglie ha preso in gestione l’albergo Triglia di Collagna e successivamente il ristorante Teneggi di Castelnovo.

Negli anni ’70 ha realizzato La Baita, un ristorante costruito con le sue mani sulla Sparavalle a lato della statale 63. Per diversi anni ne ha curato la gestione con la moglie e le figlie e solo all’inizio degli anni ’90, andando in pensione, Tronconi l’ha ceduto Waimer Corbelli, che l’ha trasformato nel ristorante La Baita d’Oro.

Domani (lunedì) il funerale con partenza dall’Oasi alle 14,30 per la chiesa di Cerreto Alpi. La figlie ringraziano le assistenti del servizio sociale Ventasso, la dottoressa Boiardi della casa protetta di Villa Minozzo, il dottor Sesini e il personale dell’Oasi di S. Francesco.