Reggio Emilia, pedofilo scarcerato. Azione disciplinare del Ministro contro il gip

Giovanni Ghini dispose l’obbligo di firma per il 21enne reo confesso ma il Riesame lo rimise in cella. Ora gli atti al Pg

Il Gip di Reggio Emilia Giovanni Ghini

Il Gip di Reggio Emilia Giovanni Ghini

Reggio Emilia, 10 gennaio 2018 - Azione disciplinare per il giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, Giovanni Ghini che nell’agosto scorso ha disposto la scarcerazione di un pedofilo 2enne reo confesso di origini pakistane che avrebbe abusato di un 13enne disabile. A farla scattare è stato il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che aveva avviato accertamenti preliminari e ora ha deciso di promuovere l’azione disciplinare e ha inviato gli atti al procuratore generale della Cassazione. La vicenda aveva fatto molto discutere e provocato polemiche.

Il 24 agosto l’associazione contro la pedofilia ‘La Caramella Buona’ organizzò una manifestazione davanti al tribunale di Reggio Emilia. Anche sulla stampa ci furono prese di posizione. Il 18 agosto nell’interrogatorio di garanzia il giovane ammise le proprie responsabilità, sostenendo però che il minore fosse consenziente. Ma il giudice Giovanni Ghini revocò i domiciliari e dispose l’obbligo di firma e il divieto di avvicinamento alla vittima dell’abuso. Pochi giorni dopo fu lo stesso imputato, tramite il suo avvocato, a dirsi pronto a tornare ai domiciliari.

E poi il 21 settembre il Riesame accolse il ricorso del pm titolare dell’inchiesta contro la decisione del gip e decise il trasferimento in carcere. Del caso, in relazione alla decisione assunta dal gip, si interessarono da subito sia il Csm sia il ministro della Giustizia, che ora ha deciso di fare un ulteriore passo, facendo partire l’azione disciplinare.