Trascinato con l’auto e ferito: "Dopo la rapina non dormo più"

L’aggressore condannato a tre anni: sconterà la pena agli arresti domiciliari

I due fratelli vittime della rapina, Gianfranco e Daniela Colla

I due fratelli vittime della rapina, Gianfranco e Daniela Colla

Reggio Emilia, 19 gennaio 2018 - «Una cosa penosa, guardi... Che dobbiamo dire? Non dormo più dal mal di testa dopo quello che è successo... »

Fratello e sorella erano seduti ieri uno a fianco all’altro, davanti al giudice Giovanni Ghini. A pochi metri William Grisetti, 36 anni, l’uomo che la scorsa estate ha trascinato con l’auto il settantunenne Gianfranco Colla. Il pensionato lo aveva inseguito per recuperare la borsetta della sorella appena derubata all’uscita della Coop di Baragalla. Aggrappato alla portiera, fatto strisciare al suolo per un centinaio di metri, l’uomo riporterà contusioni varie e un trauma cranico per un totale di 36 giorni di convalescenza.

E ieri, al termine del processo in abbreviato (con sconto di un terzo della pena) con l’accusa di rapina impropria, il gip ha deciso: tre anni di reclusione, per il pregiudicato con precedenti reiterati e specifici (difeso dagli avvocati Liborio Cataliotti e Federico Bertani); sono state però riconosciute le attenuanti generiche e dunque sconterà la pena ai domiciliari. Braccialetto elettronico? Solo se verrà trovato (è di difficile reperimento); in ogni caso potrà uscire di casa a causa del suo stato di salute (è in cura al Sert).

Tre anni ai domiciliari, in sostanza, per il reo confesso. E tremila euro di provvisionale alla parte civile (rappresentata dal legale Giacomo Fornaciari).

«È stato difficile – raccontava ieri Daniela Colla, 67 anni –. Ha battuto la testa e da allora quando va a letto si mette le mani sulla fronte, come per proteggersi».

«Ho mal di testa continui a causa del trauma cranico», aggiunge lui. Entrambi un po’ schivi, attendono solo giustizia. L’imputato era stato arrestato dai carabinieri a novembre. Gli uomini dell’Arma, dopo lunghe indagini, erano riusciti a identificarlo grazie alle testimonianze raccolte e alle immagini delle telecamere. E così era finito in manette. Ora, però, di fatto è di nuovo libero.