"Giallo inferiore ai tre secondi", 3 nuove condanne al Comune

Le sentenze dei giudici: "Troppo esiguo lo spazio temporale"

Un semaforo (Immagine di repertorio Brighenti)

Un semaforo (Immagine di repertorio Brighenti)

Reggio Emilia, 28 aprile 2017 - Tre nuove sentenze, di tre diversi giudici di pace reggiani, mettono nero su bianco che «il giallo del semaforo di piazza del Tricolore è insufficiente». Prima di tutto per la sicurezza dei cittadini. Dunque, multe annullate agli automobilisti che hanno fatto ricorso, punti riassegnati e condanna nei confronti del Comune pure al pagamento delle spese.

Non si ferma il tiro alla fune tra la giustizia, i reggiani e il Municipio su quel dispositivo installato fra viale dei Mille e viale Piave che stra rimpolpando le casse comunali a suon di verbali fiscalissimi («il Photored in effetti a noi ha portato un incasso imprevisto, ma è un modo per gestire quel nodo...» diceva il sindaco Luca Vecchi al Carlino a gennaio).

Un meccanismo implacabile, pronto a sanzionare gli automobilisti appena tre o quattro secondi dopo lo scattare del giallo. Anche se molti giurano – cronometro alla mano – che i tre secondi siano pure piuttosto risicati.

«L’opposizione è accoglibile poiché la parte ricorrente ha dato prova (e nulla al contrario ha provato la parte opposta) del troppo esiguo spazio temporale tra l’accensione della luce arancione prima della accensione della luce rossa; le produzioni del ricorrente hanno provato che la durata del semaforo tra l’accensione della luce arancione e quella rossa sia inferiore ai tre secondi». Non solo. Il giudice di pace Giuseppe Maghenzani Taverna rileva «che per una contestazione» come questa «occorra la presenza necessaria di un pubblico ufficiale che attesti quanto verbalizzato e anche lo spazio temporale intercorrente tra l’accensione delle due luci».

Per questo, nei mesi scorsi, ha accolto l’opposizione del cittadino (che si era rivolto all’avvocato Corinna Rabitti) contro la polizia municipale del Comune: annullata la multa dunque (163 euro) e annullata pure la decurtazione dei sei punti dalla patente. Ma ci sono altre due sentenze, di altri due diversi giudici di pace reggiani, che si aggiungono alle due di cui il Carlino aveva dato conto nell’articolo dell’ottobre 2016. E quindi sono almeno cinque (in realtà potrebbero essere molti di più) i casi in cui il tribunale si è schierato contro il Vistared della discordia.

L’ultimo dispositivo è di ieri ed è stato firmato dal giudice Stefano Moretti, che ha condannato il Comune anche al pagamento delle spese di lite e a un contributo unificato (il cittadino multato era sempre assistito dal legale Rabitti).

Infine c’è il caso di un automobilista reggiano che ha deciso di depositare autonomamente il suo ricorso agli uffici della cancelleria del giudice di pace e, anche in questo caso, a marzo, è arrivata la sentenza firmata da Domenico Rosati con condanna del Comune al pagamento delle spese.

«Il tempo di tre secondi appare del tutto insufficiente affinché, tenuto conto del tempo di reazione di un secondo, un automobilista possa arrestare il proprio veicolo in piene condizioni di sicurezza per sé e per gli altri», scrive il giudice in una di queste sentenze.

«Molte sentenze della Cassazione hanno sentenziato che il tempo di durata minima della luce gialla non può essere inferiore ai tre secondi», si legge in uno dei ricorsi dell’avvocato Rabitti. Ma se il «riferimento della giurisprudenza tutta – prosegue il documento – è lo studio prenormativo del Cnr, non bisogna scordare che esso precisa anche che ‘in presenza di traffico pesanti, autocarri, autobus, filobus, autosnodati (...) è indicata una durata di 4 secondi anche per velocità di 50 chilometri orari’». E non vi è dubbio che quell’incrocio «sia attraversato ogni giorno da diverse linee dei bus urbani e da traffico pesante di ogni specie». Allegate fotografie e video, che riproducono la durata del giallo di quel semaforo. E il giudice «valutata la normale esperienza e la dottrina relativa ai tempi di reazione (un secondo, in condizioni ottimali), visionato anche il filmato, valutato che il tempo di tre secondi – indipendentemente dal transito o dalla presenza di eventuali mezzi pesanti – appare del tutto insufficiente affinché, tenuto conto del tempo di reazione di un secondo, un automobilista possa arrestare il proprio veicolo in piene condizioni di sicurezza per sé e per gli altri». Quindi, «accoglie il ricorso, annulla la sanzione amministrativa e ogni atto antecedente e condanna il Comune al pagamento delle spese di lite».

Ancora una volta.