"Mandami un video hard, sennò ti rovino con le tue foto nuda"

Il calvario di una 40enne della Bassa su Fb: il marito l’ha lasciata

Il pm Maria Rita Pantani (foto Artioli)

Il pm Maria Rita Pantani (foto Artioli)

Reggio Emilia, 22 settembre 2016 -  SI è rovinata la vita, chattando con un uomo che non ha mai visto, contattato su Facebook.

Un gioco pericoloso, finito molto male; con lui che la ricatta, minacciando di svergognarla davanti a tutto il paese, divulgando le sue foto nuda e i suoi filmini mentre si tocca.

È questo l’incubo in cui è finita una quarantenne della Bassa reggiana, che ora si è costituita parte civile nel processo che vede alla sbarra il calabrese di 50 anni che la perseguitava.

Estorsione, stalking e tentata violenza sessuale, i reati contestati all’uomo (non ne riveleremo l’identità per proteggere la riservatezza della vittima) dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, «perché con minaccia la costringeva a compiere atti sessuali su sé stessa», si legge nelle carte. Già rinviato a giudizio, per fine ottobre è attesa l’udienza davanti al tribunale collegiale.

Tutto inizia un paio d’anni fa. Forse per noia, per cercare un diversivo alla vita coniugale. E così lei nota, sul social network più famoso e frequentato al mondo, un uomo che si nascondeva dietro un nickname fin troppo esplicito, che faceva allusioni dirette alla sua virilità. Quasi una citazione del refrain che utilizzava il senatur leghista.

Così fra loro, mentre il marito dorme al suo fianco, inizia un’amicizia molto spinta, fatta di messaggi e foto, in cui i due si immortalavano completamente nudi. Dall’altra parte, però, ancora non basta. Lui le chiede di più. Arriva al punto di chiederle un video in cui lei pratica autoerotismo. E la donna, presa dall’eccitazione, senza pensarci, asseconda la richiesta.

Non immaginava, stupidamente, che lì sarebbe iniziato il suo inferno. Da quel momento il calabrese inizia a ricattarla: «Mandami altri video, altrimenti ti sputt... davanti a tutto il paese. So dove abiti, non credere... »

Lei si spaventa, non risponde più. Ma le richieste diventano sempre più pressanti. Così, presa dal panico, si rivolge ai carabinieri e trova la forza di raccontare tutto il suo imbarazzo, la sua vergogna. Nel frattempo la storia viene a galla e il marito chiede la separazione.

Partono le indagini. Lei, distrutta, si costituisce parte civile nel processo che vede imputato l’uomo della provincia di Reggio Calabria. Anche se ormai, dice chi la conosce, la sua vita è già completamente ridotta a brandelli.