Terremoto: «Io, di Rieti, aiuto da qui la mia terra martoriata»

La storia di Luca Santoprete, 34 anni, che lavora al depuratore Iren di Mancasale

Luca Santoprete

Luca Santoprete

Reggio Emilia, 27 agosto 2016 - Guardare da qui, per uno che lì c’è nato e ci ha lasciato il cuore; le stradine dell’infanzia, i sapori della terra, i palloni lanciati nella retina, gli orizzonti, i cieli.

Luca Santoprete, 34 anni, da otto vive e lavora a Reggio, al depuratore di Mancasale. Ma è nato a Rieti. L’accento sincero lo tradisce. Così come la commozione, nel raccontare l’impotenza e la voglia, di correre là per aiutare.

«Ma non posso fare niente, ho chiamato tutti e mi hanno detto di restare qui e organizzare gli aiuti, là sarei solo di intralcio, è meglio che ci stia chi sa cosa fare».

E così, Luca si sta adoperando, raccogliendo fondi tra colleghi e amici; scalpitando su facebook, facendo tutto ciò che può.

«Sono i luoghi dove sono nato, dove andavo la domenica a mangiare, le strade che facevo per andare al mare. Tutte le zone stupende della mia provincia, che prima non conosceva quasi nessuno e ora purtroppo conoscono tutti. Sono giorni duri questi, che non è semplice gestire emotivamente».

Nelle scorse «ho mandato una mail a tutti i colleghi di Iren che mi chiedevano come poter fare per aiutare. Ho fatto partire una raccolta fondi fra i colleghi, tramite la onlus Alcli Giorgio e Silvia, che ha creato una pagina facebook che si chiama ‘Rieti Grande Cuore’. Loro faranno arrivare le donazioni ad Amatrice e Accumoli. In più con i contatti che ho a Reggio in via don Minzoni 1 al circolo Bernieri in centro a Reggio avvieremo da lunedì pomeriggio a venerdì una raccolta fondi. Poi sto cercando di organizzare qualche cena a base dei prodotti della mia terra. Farò tutto ciò che posso, da qui».