Terremoto, l’addio all’agente e ai figli: lacrime e applausi

Strazio dei colleghi reggiani ai funerali di Ezio Tulli. La vedova Giovanna sotto choc SPECIALE FOTO E VIDEO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Il funerale di Ezio Tulli (foto Latina Oggi)

Il funerale di Ezio Tulli (foto Latina Oggi)

Reggio Emilia, 28 agosto 2016 - C’ERANO circa duemila persone. Lì, stipate nella basilica di Nettuno, in un silenzio carico di tutte le immagini che in questi giorni hanno fatto il giro del mondo. C’erano le lacrime di mamma Giovanna, sorretta a braccia da amici e colleghi, che non trovava nemmeno la forza per stare in piedi. C’erano gli applausi e la commozione di tutti gli amici e i colleghi, anche reggiani, che ieri hanno voluto salutare Ezio Tulli, il poliziotto di 42 anni per 13 in servizio nella nostra questura, morto assieme ai due figli Leonardo e Ludovica di 14 e 12 anni, e ai due suoceri, Maria Teresa Palaferri e Rocco Gagliardi, nella notte del 24 agosto ad Amatrice.

Lì, su quel sagrato baciato dal sole, anche il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore di Latina, il presidente della Provincia di Latina, i vertici istituzionali di Nettuno e Aprilia, assieme a tutta la polizia Stradale del comdando in cui Ezio prestava servizio dopo il trasferimento da Reggio.

I cinque feretri sono arrivati poco prima delle 15 ed è alla vista di quelle due bare bianche che tutti i colleghi e i cittadini hanno vacillato, non riuscendo a trattenere i singhiozzi.

Una lunga cerimonia, quella celebrata dal vescovo di Albano, durata un’ora e mezza.

La vedova di Tulli, Giovanna, con i figli Leonardo e Ludovica
La vedova di Tulli, Giovanna, con i figli Leonardo e Ludovica

Giovanna Gagliardi, 47 anni – a sua volta ex agente della questura di Reggio, dove lei ed Ezio si erano innamorati – è stata accolta da un lungo applauso, mentre alcuni cari la aiutavano a entrare in chiesa, troppo provata dal dolore persino per camminare.

«Ci sono eventi che ci disorientano e ci ci turbano, facendoci chiedere dove andremo. È Gesù che ci indica la strada per andare da lui», ha detto il vescovo Marcello Semeraro nella sua omelia.

«Chi è superstite – ha proseguito riferendosi a Giovanna – si sente smarrito, quante volte lei si è sentita tranquilla sapendo che i figli uscivano ed erano con il papà? Ecco, oggi sulla terra ci sono famiglie che si distruggono per situazioni naturali, in questo caso drammatiche. Però è possibile anche che queste famiglie si ricostituiscano: questa famiglia si sta ricostituendo con Gesù».

E ieri, in quella chiesa, anche una decina di poliziotti reggiani, ex colleghi di Ezio, che hanno scelto di essere presenti prendendosi un giorno di ferie.

Al termine della cerimonia le salme sono state tumulate nel cimitero di Nettuno, città natale di Ezio Tulli.

b. s.