Terremoto Emilia, la gioia di una famiglia di Reggiolo. "A casa dopo 4 anni"

La festa per Ciro Rossi e la moglie Marisa: "Non abbiamo dormito per la gioia"

Festa a Reggiolo per la riapertura dell’edificio ricostruito dopo il sisma 2012

Festa a Reggiolo per la riapertura dell’edificio ricostruito dopo il sisma 2012

Reggiolo (Reggio Emilia), 27 agosto 2016 - C’è fermento tra i residenti del palazzo al civico 22 di via Paisiello, a Reggiolo, edificio danneggiato dal sisma del 2012, abbattuto completamente e poi ricostruito nella stessa posizione. E stamattina l’inaugurazione ufficiale, con le autorità. Tra gli abitanti c’è la voglia di gridare al mondo la gioia di essere tornati finalmente a casa, dopo quattro anni e tre mesi di ‘esilio’ da sfollati, in alloggi temporanei. L’emozione è tanta, anche se dall’ingresso formale negli appartamenti è trascorso già qualche giorni. «La prima notte, quando con mia moglie sono andato a sdraiarmi a letto – racconta Ciro Rossi, 78 anni – non riuscivo a credere di essere tornato qui, nella mia camera, tra i miei mobili. Ma lo sa che siamo rimasti con la luce accesa a guardarci attorno, senza riuscire a prendere sonno

Conferma la moglie, la signora Marisa: «Quanti traslochi, fra la casa e il negozio che mia figlia Morena gestisce in centro al paese. Ora speriamo di aver finito di spostarci di qua e di là. È stata dura, ma finalmente siamo tornati al nostro... nido».

Nel palazzo di via Paisiello, intanto, si prepara la festa che questa mattina riapre l’edificio ricostruito dopo il terremoto del maggio 2012. C’è chi pulisce il pavimento, chi si occupa di allestire i tavoli per il buffet, altri che sistemano i drappi tricolore per dare un «tono istituzionale» all’evento ormai imminente. Ma il pensiero di tutti è in parte al centro Italia, ai terremotati di oggi, molti dei quali hanno perso tutto, casa compresa.

«In questi giorni su giornali e in tv vediamo tante immagini di quel terremoto. Ma solo chi lo ha provato sulla propria pelle, come noi, può capire cosa significa vivere quella terribile esperienza. Noi – aggiunge Rossi – siamo stati fortunati perché non abbiamo avuto vittime da crolli. Non abbiamo dovuto cercare nessuno sotto le macerie. Ma ci siamo visti indicare delle tende come casa, ci siamo visti mandare fuori dalle nostre abitazioni. Abbiamo seguito con ansia e interesse l’abbattimento del nostro palazzo, la sua ricostruzione. Ecco, la ricostruzione. Auguro alla gente di quei paesi colpiti dall’ultimo tremendo sisma, di riuscire a rimettersi in sesto come abbiamo fatto noi. Devono iniziare a impegnarsi per tornare alla normalità, a una vita come quella che avevano prima delle scosse. Noi ce l’abbiamo fatta, tornando in una casa più solida e sicura di prima».

L’impresa che si è occupata dei lavori è l’impresa Benevento: proprio uno dei soci, Cataldo, vive nel palazzo che ha ricostruito con i fratelli Francesco, Salvatore e Bruno. «Una certezza in più che i lavori sono stati realizzati a regola d’arte», scherza Rossi.

A Reggiolo restano ancora fuori cinquanta persone fuori casa, ricevendo il contributo affitto dalla Regione. Significa che i 90% delle famiglie con immobili inagibili sono tornate a vivere nelle loro abitazioni. E presto saranno riaperti altri edifici, permettendo alle restanti famiglie di rientrare nelle loro abitazioni.