La terza ondata covid è cominciata a Reggio Emilia

Negli ultimi giorni i contagi sono cresciuti molto . Mazzi (direttore dell’ospedale): "E’ l’effetto di quanto successo durante le feste"

Il direttore del presidio ospedaliero Giorgio Mazzi

Il direttore del presidio ospedaliero Giorgio Mazzi

Reggio Emilia, 9 fgennaio 2021 - La famosa, e temuta, ‘terza ondata covid’ è iniziata: gli effetti del periodo di festività sono evidenti nei dati sulla situazione ospedaliera. A illustrare la situazione è stato ieri il direttore del presidio provinciale, Giorgio Mazzi, non prima però di aver espresso la propria soddisfazione in merito all’attivazione del nuovo punto unico provinciale per le vaccinazioni alle Fiere. "Un vero e proprio baluardo a tutela della salute pubblica", come ha affermato Mazzi, a cui tuttavia si contrappone una situazione epidemiologica in peggioramento.

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La prima evidenza riguarda il numero giornaliero di contagi: "Nell’ultima settimana - ha iniziato il direttore - la percentuale di nuovi positivi è passata da sotto il 20% al 40%, in qualche caso anche oltre. Questo si traduce inevitabilmente con un aumento di nuovi malati nelle nostre strutture ospedaliere, in tutti gli ambiti assistenziali, dalla degenza ordinaria alla terapia intensiva".

Nella settimana di Natale e Capodanno si contavano circa 200 accessi ospedalieri al giorno, ora siamo sui 300 al giorno, con una media di 280 e una percentuale di positività che è raddoppiata, dal 6.5% all’11% attuale. Ugualmente i ricoveri sono passati da 175 a 200: "Può sembrare poco - ha premesso Mazzi - ma nella pratica significa che ogni giorno vengono ricoverate circa 25 persone in più. Infine le terapie intensive, comprese Covid e non Covid, che erano scese sotto i 20 ricoveri, contano attualmente 26 posti occupati su 28 disponibili".

Il quadro dunque si discosta dalla realtà apparentemente serena che ha interessato la seconda metà di dicembre. "La risalita è iniziata - ha concluso Mazzi - ed è l’effetto della mancanza di rispetto delle indicazioni durante le feste, le stesse precauzioni valide sin dall’inizio della pandemia. Questo toglie spazio e offerta ospedaliera a tutte le patologie o le problematiche non Covid, sia in termini assoluti che di tempi di attesa. Il richiamo quindi non è solo al doveroso rispetto delle regole, ma anche all’attenzione nei confronti del prossimo".

Quanto all’assistenza territoriale, i servizi dedicati agli anziani sono e restano quelli che continuano a dover sostenere una certa attività. Ogni servizio infatti può modularsi a seconda delle esigenze: gli ambu-Covid, per esempio, nell’ultima settimana hanno effettuato una trentina di visite. Al contempo la Cra Covid ospita ora 14 positivi (l’hotel Covid 10 e la Rems 7) e le Usca mantengono un ritmo di 600-650 visite la settimana, circa 400 delle quali all’interno di strutture per anziani. "Nella nostra provincia - ha precisato la direttrice sanitaria, Nicoletta Natalini - le Usca e le equipe vaccinali delle Cra continuano a procedere in modo parallelo, come due linee produttive distinte".