Reggio Emilia, il piccolo Matteo torna a casa dopo il trapianto

Dopo 4 mesi dall'intervento il piccolo di Novellara lascia l'ospedale di Roma: "Ciao, torno a casa"

 Il piccolo Matteo baciato da un'infermiera

Il piccolo Matteo baciato da un'infermiera

Reggio Emilia, 9 giugno 2017 - Son trascorsi quasi 120 giorni dal D+0, dal giorno del trapianto di midollo osseo nel corpicino di Matteo, bimbo di quasi quattro anni affetto da una malattia che necessitava proprio di un trapianto per poter essere adeguatamente combattuta. E dopo quattro mesi è arrivato finalmente il momento del ritorno a casa, a Novellara, dopo il lungo periodo trascorso a Roma, in gran parte nelle stanze dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. Per oggi è previsto il ritorno a casa, almeno per qualche giorno.

«Fra tre settimane – confermano i genitori Enrico Orlandini e Serena Gelmini – dovremo tornare a Roma per un nuovo controllo, ma ora pensiamo al rientro a casa nostra. La situazione ora è positiva. Matteo non è ancora dichiarato completamente guarito, ma la condizione clinica ne consente il rientro a casa e la ripresa, molto graduale, fa pensare a una vita indirizzata alla normalità». Nel suo diario quotidiano, che viene pubblicato giorno dopo giorno sulla pagina web «Un midollo per Matteo», il bimbo ha scritto di una sorpresa e di baci e abbracci: «Mi hanno addormentato a tradimento per togliermi tutti i miei ex amici tubicini.

Mi hanno detto: ci rivediamo tra venti giorni. Quindi vado a prepararmi la valigia, ringraziando tutte le mie tate, i medici, il dottor Mattia, il professor Franco. Mi stanno aggiustando proprio bene. Grazie a tutti». Attorno al caso di Matteo, in particolare per la ricerca del midollo compatibile iniziata poco più di un anno fa, si è formata un’apposita associazione, tuttora impegnata nella sensibilizzazione verso la donazione del midollo osseo.