Reggio Emilia, scoperta banda di truffatrici, 500 colpi in tutta Italia

Arresti per ricettazione, sostituzione di persona, uso indebito di carta di credito, estorsione e falso in atto pubblico

La truffa scoperta dai carabinieri

La truffa scoperta dai carabinieri

Reggio Emilia, 16 ottobre 2017 - Una banda di truffatrici è stata scoperta dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Emilia, che hanno effettuato un'operazione  che gli stessi carabinieri hanno chiamato "Deep impact", nei confronti di 18 indagati in Emilia Romagna, Piemonte, Basilicata, Lombardia e Campania (VIDEO)Ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Emilia (su richiesta del pubblico Ministero Valentina Salvi) a carico di di 6 persone (3 in carcere, 2 ai domiciliari e 1 obbligo di firma/dimora) per associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, sostituzione di persona, uso indebito di carta di credito, estorsione e falso in atto pubblico. Decine le perquisizioni delegate dallo stesso magistrato nei confronti dei 18 indagati.

Sono stati circa 500 i colpi commessi in tutta Italia dall’organizzazione criminale, prevalentemente composta da donne, in una sorta di “quote rosa”, al cui vertice vi era proprio una di loro. L’inchiesta dei carabinieri di Reggio Emilia ha visto, per la prima volta in Emilia Romagna, secondo un recentissimo orientamento della Suprema Corte di Cassazione il riconoscimento dell’aggravante della 'minorata difesa' con riguardo alle truffe online, atteso il principio secondo il quale la 'debolezza contrattuale' di chi, in rete, non ha la possibilità di verificare l’affidabilità del venditore, è stata ritenuta un’aggravante delle truffe, con conseguente possibilità di applicare misure cautelari anche per tali tipologie di reato, che altrimenti non sarebbero consentite.

Il sodalizio, ancor’oggi attivo, era composto da veri e propri geni della truffa che spaziavano dalle false case vacanze nei luoghi di villeggiatura in rinomate località marittime o montane (Costiera amalfitana, Rimini, Riccione, Brunico, Bressanone Courmayeur ed altre), dai raggiri ai tabaccai per illecite ricariche postepay ai finti coupon di inesistenti aziende proposti sulle più importanti piattaforme online, sino alle innumerevoli e fittizie offerte di lavoro ad interi gruppi di disoccupati, arrivando perfino a professare falso amore nelle chat di incontri pur di spillare soldi ai cuori infranti di uomini che si innamoravano virtualmente di donne inesistenti.

L’abisso morale si raggiunge con lo sfruttamento di un vero concerto di beneficenza (raccolta fondi per la lotta ai tumori) di un noto cantante italiano per vendere falsi biglietti d’ingresso, innescando comprensibile diffidenza per invece più che meritevoli iniziative dei nostri artisti. Una vera e propria holding criminale quella annientata dai carabinieri del Nucleo investigativo e della Compagnia di Reggio Emilia nell’operazione, non a caso, ribattezzata Deep Impact, ovvero profondo impatto, poiché i militari, anziché limitarsi a focalizzare le attenzioni investigative sui singoli fatti criminosi posti alla loro attenzione dalle denunce presentate di volta in volta dalle centinaia di vittime, hanno deciso di ampliare la sfera d’indagine mediante la minuziosa analisi di tutti i flussi di denaro illeciti, provento delle truffe.

Un’attività molto lunga e complessa che ha consentito di sradicare alla base l’intera organizzazione criminale, identificando i singoli ruoli svolti dagli associati ed assicurando alla giustizia sia gli autori materiali delle truffe, sia tutti i responsabili che, in oltre 4 anni di malaffare, erano riusciti a rimanere nell’ombra, approfittando di passaggi di danaro a catena su carte di credito appositamente attivate, diventando così i destinatari finali ed oscuri dei proventi illeciti. Le indagini dei carabinieri reggiani hanno rivelato che per anni in tutto il territorio nazionale il sodalizio ha truffato centinaia di persone molte delle quali, quando scoprivano di essere state raggirate, venivano addirittura schernite dagli stessi criminali, sicuri di rimanere impuniti.

Del caso si occupò anche il Tg satirico “Striscia la Notizia”. Due inviati, ad insaputa dei responsabili della trasmissione, utilizzarono però un attore al posto del reale truffatore, quest’ultimo già all’epoca noto e attenzionato dai militari e oggi destinatario di provvedimento cautelare. Quella svolta dai carabinieri e sotto il diretto coordinamento della Procura della Repubblica reggiana, è stata un’attività investigativa dalle dimensioni impressionanti, che ha permesso di accertare la commissione di circa 500 truffe, la maggior parte commesse online, con un illecito profitto per l’organizzazione criminale quantificato in svariate centinaia di migliaia di euro.

La “sceneggiatura criminale” del sodalizio prevedeva 6 diverse tipologie di truffe.  Truffe online per false case/vacanze: per indurre le vittime al pagamento trasmettevano anche via mail finti contratti intestati a soggetti inesistenti utilizzando per le trattative telefoniche utenze cellulari spesso intestate a vittime di precedenti truffe a cui avevano carpito i dati personali. Diversi i casi accertati da parte di militari in cui le vittime, a volte anche in compagnia di figli disabili e familiari anziani, dopo centinaia di chilometri di viaggio in attesa dell’auspicata vacanza, al tentativo di contattare il presunto “proprietario” di casa e prenderne possesso, sono stati ulteriormente sbeffeggiati dagli autori della truffa che con sms di offese di ogni tipo li informavano con assurda spudoratezza di essere “cascati” nel loro raggiro vantandosi anche con frasi del tipo "vai pure a denunciarmi tanto non mi prenderanno mai"

Oppure truffe online per falsi annunci di offerta lavoro. In cambio di un impiego gli autori della truffa chiedevano di versare, su apposite postepay, somme di denaro asseritamente necessarie per i costi assicurativi e per le formalità relative all’assunzione. È così che decine e decine di disoccupati, spesso anche facendo collette tra i parenti, riuscivano ad accumulare e a versare il denaro richiesto, nella speranza del tanto atteso posto di lavoro.

Per quanto riguarda invece le truffe online nella chat incontri, attraverso contatti su chat di incontri online avviati con l’utilizzo di finti profili di avvenenti donne, le vittime venivano circuite, conquistate e quindi indotte a versare svariate somme di denaro su Postepay indicate dalla spasimante di turno, con la finta promessa che quest’ultima avrebbe potuto raggiungere la vittima per un incontro amoroso e magari una futura relazione sentimentale, altrimenti impossibilitata a pagarsi il viaggio dalle più disparate località.

Le truffe online con offerta di falsi coupon: qui l’organizzazione criminale ha elevato il proprio target di riferimento, fino a quel momento limitato a centinaia di singole truffe, utilizzando quale strumento quello della creazione di fantomatiche ditte (pulizie, manutenzione caldaie, ecc…), in realtà inesistenti, per poi offrire ad una platea indiscriminata di potenziali vittime, offerte di coupon su note piattaforme di intermediazione online.

Truffe ai danni di tabaccherie: in questo caso gli autori si recavano a turno presso varie tabaccherie site in tutta Italia effettuando ricariche per migliaia e migliaia di euro su Postepay proprie e di altri indagati utilizzando prevalentemente una settantina di codici fiscali provento di furto o smarrimento, simulando poi il pagamento con bancomat appositamente privi di fondi ed uscendo poi dall’esercizio promettendo di rientrare con il denaro necessario, per poi sparire nel nulla con la carta ricaricata.

In alcuni casi gli stessi lasciavano in pegno ai titolari delle tabaccherie, le proprie carte di identità, salvo poi presentare false denunce di smarrimento al fine di ottenerne il duplicato, da utilizzare come successivo “pegno” in un’altra tabaccheria da truffare. In altri casi, dopo essere stati rintracciati dai titolari delle tabaccherie (attraverso il social network facebook) gli autori, al fine di “paralizzare” le legittime pretese di pagamento delle vittime, sporgevano querele per ingiurie/minacce nei loro confronti calunniando quindi le vittime medesime ed inducendole così a desistere dalle proprie sacrosante richieste di pagamento.

Vendita di falsi biglietti per veri concerti: i criminali, sfruttando in particolare un evento organizzato a Reggio Emilia da un noto cantante italiano nell’ambito di un tour di beneficenza per la raccolta di fondi destinati alla lotta contro i tumori, hanno ordito la vendita, nell’ospedale cittadino, di decine di falsi biglietti. I carabinieri hanno scoperto e circostanziato il delitto e la spregiudicatezza del sodalizio. Coinvolta anche una incolpevole guardia giurata convinta di collaborare ad una iniziativa moralmente ineccepibile che consegnò ai criminali, sino all’ultimo centesimo, tutti i soldi raccolti nel nosocomio, convinta di dare il proprio contributo alla nobile causa.

Colpiti dell’ordinanza cautelare sono: F. C. 49enne, originaria di Giffoni Valle Piana (Sa) e domiciliata a Reggio Emilia; V. C.  53enne, originaria di Giffoni Valle Piana (Sa) e residente a Scandiano (Re); E. C. 28enne, nata a Scandiano e residente a Reggio Emilia; D. L. 29enne, originario di Scafati (Sa) e domiciliato a Reggio Emilia; G. B. 29enne, originario di Massa di Somma (Na) e residente a Reggio Emilia. Sottoposta a obbligo di firma e di dimora: A. F. 25enne, originaria di Napoli e residente a Scandiano (Re).